Poco o tanto della Giornata Mondiale della Gioventù ne abbiamo sentito parlare.
La cosa ci ha toccato? Ci siamo interessati? Ne abbiamo colto il senso? Eppure è stato un fenomeno certamente originale, straordinario, una esperienza a cui hanno partecipato giovani da tutto il mondo (un milione e 500 mila).
Questi giovani si sono mossi per condividere: che cosa?
Ascoltando le loro testimonianze si rileva un fatto comune a tutti: hanno risposto ad un Dio che ama. Si sono sentiti riferimento del suo amore, scopo di una azione amorosa di Dio sulle loro persone, hanno potuto fruire della sensibilità dello stile di Dio.
Inoltre tale esperienza in quei giorni è diventata esperienza condivisa: c’era la gioia dello stare insieme, dell’avere le stesse sensazioni, del riconoscersi tutti figli di un Dio che è Padre.
Così nel giovani nasce, è nato il desiderio di ascoltare… la vita, la Parola, gli altri. È la gioia di far brillare le proprie persone, renderle splendenti ed appetibili. È la possibilità di offrire se stessi con coraggio e senza paure per il bene degli altri.
La nostra Chiesa diocesana è rinfrancata nella sua speranza da questa esperienza giovanile. Forse il nostro cammino di fede si fa più spedito con la presenza e la testimonianza di questi giovani nelle nostre comunità parrocchiali. Anche questo è tempo di Grazia.