STORIE DI CASA, un angolo fatto di racconti, esperienze, vissuti, emozioni che vede protagonisti gli ospiti della Casa Divina Provvidenza di Como.

GUARDA IL VIDEO

Nonostante il maltempo si è svolto, con la partecipazione di una cinquantina di persone, il 19 maggio all’Ostello Bello di via Fratelli Rosselli a Como, il contest musicale a tema solidarietà, antirazzismo, accoglienza Orizzonti (im)possibili, organizzato da Centri di accoglienza straordinaria, cooperativa Lotta contro l’emarginazione, Opera don Guanella Como, Fondazione somaschi, Questa generazione, Symplokè e Como senza frontiere.

L’Ostello Bello si è riempito per una serata del linguaggio comune di tutti i popoli della Terra: la musica. Cinque i finalisti in gara e un premio per ognuno di loro, tra cui la serata allo Spazio Gloria messa in palio da Arci Como. La giuria era così composta: Alessio Brunialti de La Provincia di Como, Dalila Lattanzi di CiaoComo Radio , Giuseppe Spina, cantautore e musicista collaboratore di diversi Arci del territorio, e Dario Onofrio, critico musicale del Comitato Arci provinciale di Como.

La giuria ha assegnato premi diversi valorizzando le scelte musicali degli artisti assegnando a ciascuno il premio più pertinente alla loro musica.

Guendalina, giovane cantante pop milanese, è stata premiata con un’intervista alla trasmissione Il muro del suono di CiaoComo Radio lunedì 27 maggio. Andrea Raimondo, in arte Raio, cantante pop-trap che spazia dalla chitarra acustica ai beat del mondo rap, si è visto assegnare il vocal coaching di due ore con Moreno Delsignore, cantante e polistrumentista molto noto a Como. Cristian Forte, cantautore in acustico caratterizzato dai testi in inglese e da una notevole voce, si esibirà all’Ostello Bello come riconoscimento per la sua performance. Elisa Bianchi, giovanissima cantautrice blues rock, colta più volte a ripassare per la verifica di chimica del giorno dopo, si esibirà allo Spazio Gloria in una serata organizzata da Arci Xanadù. Infine Alessio Accardi, cantautore brianzolo caratterizzato da testi provocatori e musica country, suonerà al Como Always Hop, evento ormai ricorrente e appuntamento fisso per gli amanti della birra artigianale, che si svolge la prima settimana di luglio presso i giardini del Tempio Voltiano.

Un gesto di grande generosità può illuminare un momento tanto buio come quello che stiamo vivendo.

Ce lo racconta don Davide Patuelli, direttore delle attività della Casa Divina Provvidenza di Como. «Ieri – racconta il sacerdote guanelliano – come faccio di consueto all’inizio di ogni mese, stavo distribuendo ai ragazzi richiedenti asilo ospitati qui nella nostra Casa la somma che spetta loro mensilmente per le piccole spese personali. Sono rimasto molto colpito dal fatto che uno di loro abbia voluto rinunciare a quanto gli era dovuto, chiedendomi espressamente di devolverlo alla Protezione Civile, che tanto si sta dando da fare in questa emergenza. Mi ha riportato alla mente quel brano di Vangelo sull’obolo della povera vedova; è una bellissima lezione che questo ragazzo, un povero tra i poveri, ha dato a noi tutti, donando quel poco che aveva per il bene di tutti, insistendo per dare il suo piccolo, grandissimo contributo».

La Casa Divina Provvidenza – Opera Don Guanella ospita attualmente 18 ragazzi tra i 20 e i 32 anni inviati dalla Prefettura. I ragazzi provengono dall’Asia e dall’Africa.

Crediamo nello sport come strumento per l’integrazione, per favorire incontro e confronto, per questo anche quest’anno abbiamo pensato di avviare, grazie al prezioso contributo della Fondazione Comasca, un progetto che potenzi le attività calcistiche dei giovani richiedenti protezione internazionale che accogliamo.. verso una vera integrazione: è questa la nostra vittora più grande!

Il 31 luglio alle ore 17.30 circa si spegne uno dei nostri ragazzi, ospite presso il centro di accoglienza della casa don Guanella di Como. Se ne và un ragazzo di 20 anni. All’improvviso, in pochi secondi!Per un banale bagno al lago. Lascia un vuoto enorme. Una tragedia che ci lacera, e inspiegabile.

Tamba era un ragazzo gambiano approdato presso di noi il 18 aprile 2017. Era nato il 20 ottobre 1999 ed apparteneva ad una famiglia del gruppo etnico mandingo composto da padre, madre, 3 fratelli ed una sorella. Un pescatore che  lascia la sua terra dopo  un banale litigio con un coetaneo che si tramuta in una reale minaccia di morte da parte dei familiari di quest’ultimo. Nel suo viaggio attraversa, uno dopo l’altro, Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger e Libia finché arriva in Sicilia, il 23 marzo 2017, ancora minorenne. Milano è la successiva tappa in territorio italiano e da qui a Como il passo è breve. Un esodo come quello di tanti ragazzi stranieri arrivati in Italia. Rifletto su questo ragazzo che lascia la sua terra e la sua famiglia, attraversa il deserto e resiste alla Libia.. Quanto il rischio di perdere la vita fosse stato percepito da Tamba in questa traversata, penso che sia inimmaginabile; il rischio  era diventato compagno di viaggio!  Per questo motivo ha affrontato la sua vita qui in Italia a testa alta sempre con il sorriso.

Ricordo, ancora più intensamente in questo momento di tristezza, il giorno  in cui    sono venuto a prenderti in questura, occhi vivi e sorriso stampato in faccia. A cena ti sei presentato ancora con il braccialetto rosso al polso che ti hanno messo  in Sicilia allo sbarco. Uno dei ragazzi presenti, ti ha ripreso duramente dicendoti “Toglilo, è fatta, qui non serve. Sei arrivato!”.
L’inserimento di Tamba nel gruppo è positivo. La mole fisica fa concentrare l’attenzione sulla statura piuttosto imponente e sulla muscolatura nerboruta, lasciando intendere che sia meglio stare alla larga da un soggetto così perché in caso di arrabbiatura si potrebbe avere la peggio. In verità Tamba è buono d’animo e pronto ad aderire alle proposte educative che gli vengono rivolte.
Il primo impegno che Tamba affronta è l’andare a scuola: è consapevole che per entrare attraverso la porta di una nuova cultura bisogna essere in possesso delle chiavi, costituite dalla lingua; è convinto quindi dell’importanza di apprendere la nostra lingua e per questo motivo frequenta presso il Cpia di Como il corso di italiano, non senza fatiche dal momento che non ha avuto fino a quel momento una vera e propria scolarizzazione.
Entra a far parte della neonata squadra di calcio, iscritta al campionato C.S.I. Il mister  lo sceglie come portiere, vista la sua altezza e la supposta facilità nel coprire la porta. Di gol, a dire il vero, ne prenderà, ma sarà davvero difficile arrabbiarsi con lui perché anche nell’attività sportiva dà il meglio di sé. Alla fine ne sarò il capitano e l’attaccante e in alcune partite ha preso botte e insulti gratuiti, ma sempre a testa alta.
Prende parte ad un corso di formazione nel  settore  alberghiero e con . quest’ultimo  otterrà un contratto a chiamata presso il Lido di Faggeto Lario nell’estate del 2019, con la mansione di cameriere al bar. Non sono  passate inosservate le sue doti di laboriosità e di disponibilità, caratteristiche che gli varranno non solo l’amicizia di tutta la cerchia di colleghi, adulti e coetanei, che lo stimano, ma anche una seconda chiamata lavorativa in quest’estate ancora in corso.
Ed è proprio in questo contesto che avviene la tragedia. Come soleva spesso fare alla fine della giornata lavorativa si porta in acqua a fare il bagno, ma nel pomeriggio dello scorso 31 luglio non riemergerà più. I soccorsi, per quanto tempestivi, risultano vani. Un‘ondata di sgomento e di commozione raggiunge tutti quelli che lo hanno conosciuto, aprendo tante domande che umanamente restano inevase. Indipendentemente dai credo religiosi che ciascuno di noi professa, non resta altro che affidarlo alla tenerezza di quell’unico Dio, in cui anche lui, da buon musulmano, credeva.

Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire,
Spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire
Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi,
Voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi.
Ci mancherai Tamba.

Simone

Da qualche settimana sono ripartite nel nostro centro di accoglienza per giovani stranieri e immigrati e profughi le attività sportive del progetto “La vittoria più grande”. Alcuni di questi giovani già hanno un lavoro; altri appena giunti in Italia sono impegnati nello studio della lingua italiana. Anche se l’emergenza sanitaria non è terminata, anche se i timori e le preoccupazioni non mancano, crediamo che ripartire in sicurezza sia un bel segnale di fiducia e speranza perchè siamo certi che lo sport rappresenti un potente strumento di integrazione capace di superare le barriere, gli ostacoli linguistici e di promuovere inclusione vera.

Fondazione Provinciale della Comunità Comasca Onlus sostiene con una parte di contributo il progetto. Per coprire le restanti spese però abbiamo bisogno anche del vostro supporto. Dobbiamo ancora raccogliere 500,00 € e per farlo vi chiediamo di sostenerci fruendo della agevolazioni fiscali previste, donando alla Fondazione che destinerà la donazione interamente all’iniziativa.

È possibile donare attraverso questi canali:

–       ONLINE: su https://www.fondazione-comasca.it/come-donare/ cercando tra i progetti “La vittoria più grande”

–       Bonifico su uno dei seguenti conti della Fondazione specificando come beneficiario: Fondazione Provinciale della Comunità Comasca onlus e come causale di versamento: Bando 2019/2/003 – La vittoria più grande

POSTE ITALIANE
IBAN: IT23U0760110900000021010269

INTESA SANPAOLO SPA
IBAN: IT48F0306909606100000128362