Anche la Famiglia guanelliana ha i suoi Santi nascosti, eroi di carità.
Aveva dieci anni Alessandrino Mazzucchi quando giunse nella Piccola Casa della Divina Provvidenza a Como. L’aveva voluto don Guanella stesso tra i suoi primi seminaristi e lui ne era entusiasta, dopo che, quasi per gioco, a Pianello del Lario dove era un suo chierichetto, gli aveva messo in testa il suo berretto, il “tricorno”, dicendogli: «Ti piacerebbe farti prete?». Per quasi due anni vi rimase, facendosi stimare e benvolere per l’allegria, l’amabilità, l’amore per l’Eucarestia e la delicata carità verso i sofferenti ospitati. Fu proprio un atto di generosità verso un compagno malato, la causa della sua morte improvvisa e prematura. Quel giorno, festa di San Luigi Gonzaga, si festeggiava l’onomastico di don Guanella. Lui volle mangiare in compagnia del giovane Lino Crosta, evitato da tutti a causa del fetore di una piaga ad una gamba. Gli dispiaceva lasciarlo solo, mentre tutti erano allegri e contenti. Incominciò a mangiare, benché provasse difficoltà e ripugnanza; sforzandosi e vincendosi, riuscì a inghiottire la sua parte; ma alla fine, non potendone più dallo sconvolgimento, uscì a prendere un po’ d’aria nel cortile. Si doveva inaugurare l’altalena e gli amici lo invitarono a salire. Gravato dal cibo appena ingerito e dal nauseabondo odore, un capogiro improvviso lo assalì e fu visto abbandonare le corde, rovesciarsi indietro e precipitare dall’alto sul terreno, battendo forte il cervelletto. Morì la sera stessa, piccolo martire di carità.
Nella Piccola Casa della Divina Provvidenza c’era l’usanza di fare un giorno ogni mese, l’esercizio della buona morte; ciascuno si sceglieva il giorno che voleva e Alessandrino si era scelto il 21 di ogni mese in onore del suo caro San Luigi. Era solito ripetere: «Oh, come mi piacerebbe morire come morì San Luigi e nel giorno di San Luigi!». Il fratello minore di Alessandro, Leonardo, entrato nella Congregazione qualche anno più tardi, divenne il secondo successore di don Guanella.