CARISSIMI AMICI E FEDELI DEL SANTUARIO DEL SACRO CUORE
«L’indole della Istituzione – scrive don Guanella – è l’educazione di famiglia». Ma cos’è la famiglia? La famiglia non è la casa. È un’atmosfera che si respira, è un clima che si crea tra le persone che abitano la casa, tra persone che si vogliono bene. «La famiglia della Casa – specifica il nostro Fondatore – è un’unica famiglia di fratelli che si amano e si aiutano a vicenda». Famiglia è sentirmi accolto quando torno a casa. È avere qualcuno che si prende di cura di te quando stai male. È mangiare insieme e non solo accanto. È sentirti accolto per quello che sei. C’è un momento che più di altri senti il calore della famiglia, ed è la sera. Don Guanella ogni sera, in qualunque casa si trovasse rivolgeva ai suoi abitanti il “pensierino della buonanotte”. L’aveva imparato dall’esperienza torinese con don Bosco, continuò a praticarlo da fondatore e lo consegnò ai suoi primi seguaci. Molti confratelli, che da ragazzi hanno abitato Casa Divina Provvidenza, ricordano i pensierini della buonanotte che teneva don Alessandro Mazzucchi, secondo successore di don Guanella. La sera si parla col cuore, si racconta la giornata e si prepara il domani, abbandonando i pensieri alla notte e consegnando le preoccupazioni a Dio.
Per don Guanella, lo spirito di famiglia non nasce da un’idea pedagogica, ma da una visione cristiana della vita: ogni persona è figlio di Dio e quindi merita un ambiente che gli faccia sentire il calore e la dignità dei figli. Poi ci affida alla protezione della Sacra Famiglia di Nazareth.
In questo mese che viviamo, nel clima natalizio, la contemplazione del Bambino Gesù fra Maria e Giuseppe, siamo invitati a guardare a Betlemme come al modello da imitare, a vedere nella scena della Natività un messaggio di totale fiducia nella Provvidenza. Maria e Giuseppe, infatti, non hanno nulla, ma Dio provvede loro. Il Bambino nasce nella stalla, ma in quella povertà splende la luce divina. Dove c’è povertà, Dio opera meraviglie. Don Guanella scriveva: «Da Betlemme è la luce che illumina il mondo, il pane che sostenta la vita degli uomini».
don Nico Rutigliano, rettore