Don Guanella ci insegna – 11 FEBBRAIO, XXXIII GIONATA MONDIALE DEL MALATO

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Il mese di febbraio, con il ricordo della prima apparizione della Madonna a Lourdes, porta alle nostre Comunità anche la Giornata Mondiale del Malato, istituita da San Giovanni Paolo II nel 1992. Per la Famiglia Guanelliana è anche l’occasione per ripercorrere la particolare attenzione di don Guanella verso gli infermi, testimoniata fin da giovane curando premurosamente, a rischio di contagio, un compagno di seminario ammalatosi di tifo, o trascorrendo i giorni delle vacanze estive assistendo gli anziani del suo paese. Per lui la cura degli infermi doveva riguardare tutte le dimensioni della vita della persona: fisiche, mentali, spirituali e morali. «Nei ricoverati si sorvegli perché ad essi non manchi nulla riguardo alla cura e ai medicinali, come riguardo al cibo prescritto».

Non basta fare qualcosa per i sofferenti, per i malati, per gli infermi, ma bisogna anche mostrare affetto per loro perché «Il cuore ha bisogno di benevolenza come lo stomaco di cibo» e sapere prendere su di sé le loro sofferenze e le infermità, come il Buon Samaritano che si prende cura del malcapitato portandoselo con sé. Alle suore infermiere raccomanda di «sentire profondamente il peso delle agonie del prossimo», ma ricorda che questo è possibile «con una assistenza e cordialità che solo la Fede e la Carità possono suggerire».

Nel Regolamento dei Servi della Carità del 1910 spiega la sua azione caritativa verso gli infermi sintetizzato con il binomio «Pane e Signore»: «Agli ammalati si usino tutte quelle cure di carità e di sacrificio che sono conformi ad un luogo di ricovero e ad una Casa di Provvidenza, ma soprattutto si abbia cura del bene spirituale degli individui».