Dare la vita per i propri fratelli

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CARISSIMI AMICI E FEDELI DEL SANTUARIO DEL SACRO CUORE

«Il mio andare in Somalia è la risposta a una chiamata: tu Padre hai tanto amato la Somalia da donare il tuo figlio… E io dico con lui “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue donato per la salvezza di tutti”». Suor Leonella Sgorbati, missionaria della Consolata, scrive queste parole nel suo diario il 27 febbraio del 2006. Sette mesi dopo, il 17 settembre, a 65 anni, viene assassinata a Mogadiscio da due sicari che le sparano alle spalle, all’uscita dall’ospedale dove ha appena tenuto il suo corso per infermiere. Il 26 maggio 2018 è stata proclamata Beata nella cattedrale di Piacenza, sua terra d’origine.
Questa suora, come tanti missionari religiosi e laici, era disposta a rischiare la vita per aiutare altre persone. Gesù ci dice che perdendo la sua vita in realtà l’ha trovata.
A volte ci chiediamo quale sia il significato del dolore, la spiegazione della sofferenza, ma non troviamo risposte. In Cristo però possiamo trovare uno scopo da dare alle nostre sofferenze. Possiamo trasfigurare il dolore nella luce della sua Risurrezione: utilizzarlo per la salvezza del mondo. San Paolo scrive: «Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo» (Gal 2,20).
L’amore di Dio si è rivelato in Gesù soprattutto nell’apice della sua donazione, sulla Croce. Condividere la croce di Cristo e accogliere il mistero del dolore nella nostra vita vuol dire condividere il mistero della Pasqua, cioè il mistero della Passione-Morte-Risurrezione.
È tempo di spogliarci dell’uomo vecchio per rivestirci dell’uomo nuovo.

don Nico Rutigliano, rettore