Il nuovo Consiglio generale dei Servi della Carità:
don Umberto Brugnoni, superiore generale;
don Rathinam Soosai, vicario generale;
don Gustavo de Bonis, secondo consigliere;
don Vitus Unegbu, terzo consigliere;
don Francesco Sposato, quarto consigliere.

Chiediamo a san Luigi Guanella di intercedere per loro affinché possano guidare la Congregazione secondo la volontà di Dio.🙏😇

24 ottobre 2024 – Festa di San Luigi Guanella

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In questo mese di ottobre la Famiglia guanelliana vive l’esperienza del XXI Capitolo Generale dei Servi della Carità. Nel mese di giugno scorso si è svolto anche il “Mini Capitolo di Famiglia”, evento di confronto fra le varie realtà della Famiglia guanelliana, offrendo del prossimo Capitolo un carattere prettamente “sinodale”, in linea con il cammino indicato da papa Francesco alla Chiesa. Nel Regolamento del 1910 don Guanella desiderava che «i capitolari devono avere pieno di ardore il cuore per impegnarsi con zelo, per soddisfare i giusti desideri dei propri confratelli e provvedere ai particolari bisogni dell’Istituto». Gli sta anche a cuore che, dalla celebrazione del Capitolo «derivi a tutto l’Istituto il buon vantaggio di una emulazione maggiore, di una attitudine più estesa e di una praticità più energica nelle varie mansioni della stessa Congregazione». Compito non facile, ma possibile, grazie al sostegno della preghiera: «soprattutto poi pregano profondamente, affinché del cuore proprio e del cuore dei Superiori se ne faccia uno solo, secondo la sapienza infinita e la bontà infinita del Cuore del divin Salvatore». Nelle difficoltà che ogni decisione può riservare, l’ottimismo ricco di fede del nostro Fondatore ci ricorda che «quando una famiglia religiosa cerca di seguire questo spirito, allora non è più dubbio che, procedendo alla nomina dei membri del Consiglio superiore o del Consiglio subalterno, ogni difficoltà si appiani».

Nel ricordo gioioso di San Luigi Guanella, riportiamo un brano dell’omelia della messa di Canonizzazione, tenuta proprio sessant’anni fa da un altro Santo, San Paolo VI, domenica 25 ottobre 1964: «Vorremmo carpire il segreto e cogliere il principio interiore di tale santità […] se egli stesso non ci aiutasse e quasi ci imponesse a vedere in lui null’altro che un effetto della Bontà divina, un frutto, un segno della divina Provvidenza. […] Tutto è di Dio: l’idea, la vocazione, la capacità di agire, il successo, il merito, la gloria sono di Dio, non dell’uomo. Questa visione del bene operoso e vittorioso è un riflesso efficace della Bontà divina, che ha trovato le vie per manifestarsi e per operare fra noi. «“È Dio che fa!”».

Sabato 5 ottobre 2024 al termine della S. Messa delle ore 20,30 riprendiamo la bella iniziativa di Adorazione Eucaristica notturna denominata “Discoteca del silenzio” che andrà avanti fino alla mezzanotte. Tale iniziativa di preghiera la vivremo ogni primo sabato del mese. Il nostro Santo Fondatore, don Luigi Guanella, ci ha sempre spronati a fare dell’Eucarestia il nostro faro, anzi lo definiva «sole della terra, vita del mondo, vero Paradiso in terra per tutti i cristiani che fermamente credono». Porteremo davanti a Gesù Eucarestia le nostre gioie e le nostre fatiche, ma anche le speranze e le fatiche del mondo soprattutto là dove la violenza sembra avere la meglio sulla pace. Ma rivolgeremo al Signore anche la nostra supplica per invocare il dono delle vocazioni sacerdotali e religiose per la Chiesa e per la nostra Congregazione. L’iniziativa è aperta a tutti. Vi aspettiamo!

«L’arciprete Nicolò Rusca in Sondrio fu strappato di notte e strascinato al tribunale di Thusis per l’accusa d’aver avversato i predicanti evangelici, e si tormentò fino a farlo spirare sotto alle agonie della tortura»: così don Guanella presenta la figura dell’ultimo Beato in ordine di tempo della Diocesi Comasca, annoverandolo tra i «santi di Valtellina». La conoscenza della figura di Nicolò Rusca da parte di Luigi Guanella, favorita dal fratello don Lorenzo, risale agli anni della giovinezza. Questa conoscenza si era fatta via via ammirazione e devozione, rafforzata dai frequenti pellegrinaggi che durante le vacanze da studente compiva sul luogo del suo martirio con il prevosto di Campodolcino, don Giuseppe Della Cagnoletta. Dopo la morte del fratello, quasi omaggio alla sua memoria, don Guanella decise di raccogliere materiale sulla figura di questo martire e consensi per istruire il processo di beatificazione. Gli sforzi di Guanella diedero i loro frutti anche se a distanza di molto tempo: il 21 aprile 2013 Nicolò Rusca è stato proclamato beato.

Il mese di settembre accoglie diverse feste mariane. Alle tre “ufficiali” del Calendario Liturgico universale, la Natività della Madonna, il Nome di Maria e l’Addolorata, ve ne sono altre, lasciate alle celebrazioni particolari. Fra queste il 24 settembre si celebra la Madonna della Mercede, istituita nel secolo XIII all’interno dell’Ordine dei Mercedari per la Redenzione degli schiavi.

Per molte generazioni di confratelli guanelliani questa data ricorda la consacrazione alla Vita Religiosa con l’emissione dei primi Voti Religiosi e, successivamente, il loro rinnovo.

Lo spostamento di data, rispetto alla consuetudine precedente, era dovuto a motivi legati alla cronologia della vita comunitaria della Casa di Barza d’Ispra, allora sede unica del Noviziato e del liceo in Italia.

Ma, come sempre, vi si può trovare un significato quasi profetico. Il Servo della Carità è chiamato a promuovere la dignità di chi è sminuito nella sua dignità di persona, con legislazioni e dottrine che umiliano l’immagine di Dio nell’uomo.

Nell’operetta Il Pane dell’anima (I Corso), don Guanella ricorda l’opera di San Raimondo di Peñafort, fondatore dei Mercedari, volta a salvare non solo i corpi, ma soprattutto le anime degli schiavi dal pericolo di apostasia dalla fede. È la missione affidata ancora oggi alla nostra Famiglia guanelliana: promuovere quella fede che opera per mezzo della carità.

È stato inserito nel catalogo AIE (Ass.ne Italiana Editori) il volume 15 della collana I tascabili don Guanella – “Un uomo mandato da Dio” – Fratel Giovanni Vaccari

Guanella e Scalabrini (Fino Mornasco, 8 luglio 1839 – Piacenza, 1 giugno 1905) si trovarono prima al Collegio Gallio, dove Scalabrini fu per qualche tempo prefetto di disciplina, poi al Seminario diocesano, uniti dallo stesso zelo di carità e dal desiderio di diventare missionari. Don Guanella seguì sempre con ammirazione le attività pastorali e l’opera missionaria dell’amico, dal 1876 vescovo di Piacenza. Quando tra il 1912 e il 1913 si recò negli Stati Uniti per preparare l’arrivo delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, fu accompagnato dai Padri Scalabriniani e, nella loro parrocchia dell’Addolorata a Chicago, dopo pochi mesi posero la loro prima sede le prime suore guanelliane. I vecchi compagni di studio si incontrarono per l’ultima volta nel 1905 a Roma. «Don Luigi Guanella più d’una volta aveva fatto dimanda allo Scalabrini, priore di San Bartolomeo, perché gli procurasse un posticino per fare un po’ di bene nella città. E gli rispondeva lo Scalabrini celiando: “Tu sei troppo rivoluzionario”. Ma il don Guanella, ricordando questo allo Scalabrini in Roma qualche mese prima della sua morte, ebbe lo Scalabrini a conchiudere: “Siamo tutti burattini della divina provvidenza: lasciamoci muovere da lei e facciamo quel bene che ci è possibile”».

Il mese di giugno riporta alla famiglia guanelliana il ricordo della santa morte, avvenuta giovedì 27 giugno 1935, di monsignor Aurelio Bacciarini, primo successore di don Guanella e Amministratore Apostolico della diocesi di Lugano. Certamente i due ebbero caratteri molto diversi accomunati però nello stimarsi a vicenda: poco incline alla ricerca della perfezione, soprattutto quando il bisogno richiedeva di agire, don Guanella; tendenzialmente teutonico e svizzero il secondo. Lo riconosceva del resto lo stesso don Guanella.

Don Guanella, forse con un certo compiacimento, lo presenta talvolta con i suoi titoli dottorali: Bacciarini si era laureato in Teologia presso la Facoltà Teologia di Milano. Su La Divina Provvidenza del 4 aprile 1910 scrive: «Venuto a mancare a Chiavenna il Quaresimalista, la Casa della Divina Provvidenza, per accaparrarsi la popolazione e per corrispondere alle esortazioni di Monsignor Vescovo, fece sacrificio di un suo Servo della carità addetto a importanti uffici, il Prof. Aurelio Bacciarini, per mandarlo a fare la predicazione a Chiavenna, il che esso fece docilmente con zelo e, a quanto ci vien detto, con frutto». Ancora il 9 settembre 1912: «Il 30 dell’ultimo giugno la nuova chiesa di San Giuseppe veniva eretta in parrocchia e per ordine del Sommo Pontefice veniva creato parroco un nostro sacerdote, il dottore don Aurelio Bacciarini Servo della Carità».

Però la stima di don Guanella per Bacciarini andava ben oltre, perché sapeva che condivideva il suo programma. Aveva egli stesso dichiarato rientrando da don Guanella, dopo l’esperienza fra i trappisti: «Alla Trappa ho trovato una vita austera e penitente: però non ci trovai tutte quelle occasioni di sacrificio che vi sono alla Provvidenza: e il rimorso di essere andato alla solitudine quasi a cercarvi i miei comodi fu altro dei motivi che mi persuase al ritorno».