Ecco il nuovo vicario episcopale della Diocesi di Como, per la Vita Consacrata, don Marco Grega (già Superiore della Casa di Como e già Superiore Provinciale della ex Provincia “Sacro Cuore”). È stato annunciato sabato 01 febbraio 2025 dal vescovo di Como, il Card. Oscar Cantoni, alla fine della S. Messa in Duomo, con tutti i religiosi e le religiose che vivono e operano in diocesi.

Nato a Lalatta di Pallanzano (PR) nel 1850, Andrea Ferrari fu vescovo di Como dal 1891 al 1894. Sostenne fin dagli inizi della sua opera don Guanella, di cui fu amico e consigliere. Fu proprio mons. Ferrari a suggerire a don Guanella che la nuova chiesa che il sacerdote desiderava costruire a Como non fosse solo per i ricoverati, ma che fosse aperta alla città e al territorio, luogo tangibile di incontro con Dio, padre di misericordia e tenerezza, di amore e provvidenza. Anzi, ne fissò personalmente le dimensioni e il 6 aprile 1893 fu lieto di consacrare solennemente questo nostro Santuario. Nominato arcivescovo di Milano e cardinale, Ferrari continuò la sua protezione alle fondazioni milanesi. Fu mons. Ferrari che celebrò le esequie di don Guanella, tessendo un commosso elogio della sua carità, del suo instancabile farsi prossimo ai più poveri. Mons. Ferrari morì a Milano il 2 febbraio 1921.

Il mese di febbraio, con il ricordo della prima apparizione della Madonna a Lourdes, porta alle nostre Comunità anche la Giornata Mondiale del Malato, istituita da San Giovanni Paolo II nel 1992. Per la Famiglia Guanelliana è anche l’occasione per ripercorrere la particolare attenzione di don Guanella verso gli infermi, testimoniata fin da giovane curando premurosamente, a rischio di contagio, un compagno di seminario ammalatosi di tifo, o trascorrendo i giorni delle vacanze estive assistendo gli anziani del suo paese. Per lui la cura degli infermi doveva riguardare tutte le dimensioni della vita della persona: fisiche, mentali, spirituali e morali. «Nei ricoverati si sorvegli perché ad essi non manchi nulla riguardo alla cura e ai medicinali, come riguardo al cibo prescritto».

Non basta fare qualcosa per i sofferenti, per i malati, per gli infermi, ma bisogna anche mostrare affetto per loro perché «Il cuore ha bisogno di benevolenza come lo stomaco di cibo» e sapere prendere su di sé le loro sofferenze e le infermità, come il Buon Samaritano che si prende cura del malcapitato portandoselo con sé. Alle suore infermiere raccomanda di «sentire profondamente il peso delle agonie del prossimo», ma ricorda che questo è possibile «con una assistenza e cordialità che solo la Fede e la Carità possono suggerire».

Nel Regolamento dei Servi della Carità del 1910 spiega la sua azione caritativa verso gli infermi sintetizzato con il binomio «Pane e Signore»: «Agli ammalati si usino tutte quelle cure di carità e di sacrificio che sono conformi ad un luogo di ricovero e ad una Casa di Provvidenza, ma soprattutto si abbia cura del bene spirituale degli individui».

Il Giubileo per gli Ebrei, come è indicato nel libro del Levitico (Lev 25), iniziava con il suono del corno (Yobel). Questo suono era il segnale d’inizio di un tempo nuovo, di un anno particolare, in cui ogni persona ritrovava la sua dignità e libertà. Era l’occasione per ristabilire il corretto rapporto con Dio, tra le persone e con la creazione, e comportava la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni alienati e il riposo della terra.

Il Giubileo è dunque un tempo di grazia da vivere, un dono del Signore.

La cadenza del Giubileo è cambiata nel tempo: all’inizio era ogni 100 anni; è stata poi ridotta a 50 anni nel 1343 da Clemente VI e a 25 nel 1470 da Paolo II. Vi sono anche Giubilei “straordinari”, come ad esempio il “Giubileo della Misericordia” indetto nel 2015 da Papa Francesco. Diverso è stato anche il modo di celebrare il Giubileo: all’origine coincideva con la visita alle Basiliche di S. Pietro e di S. Paolo, quindi con il pellegrinaggio e, con il passare del tempo si sono aggiunti altri segni come quello dell’apertura della Porta Santa.

Una nota importante: partecipando all’Anno Santo si può ottenere l’Indulgenza Plenaria.

CARISSIMI AMICI E FEDELI DEL SANTUARIO DEL SACRO CUORE

Il servizio al povero è stato un impegno costante della missione del nostro Fondatore, don Luigi Guanella, e l’occasione quotidiana per amare concretamente Dio; aveva affidato il servizio di carità ai suoi figli spirituali come un segno distintivo del loro apostolato.

Le Case che man mano andava fondando avevano come scopo proprio questo servizio di carità: «Si aprono Case, e dentro si ricevono i bisognosi, confidando soprattutto nell’aiuto della divina Provvidenza. […] Quanto la Provvidenza invia, s’impiega in servizio dei poveri, confidando negli ammaestramenti del Signore che dice: Dateci il pane quotidiano… cercate il regno di Dio, e le cose temporali vi saranno date per giunta».

Il servizio di carità tende a sollevare il povero o il malato «e giovargli con mostrare a lui tutto l’affetto di un cuor buono che vuol adoperarsi per amor di Dio in sollievo dei fratelli».

Si tratta pure di portare avanti l’ordinario in modo straordinario. «Quelle opere minute che voi fate, […] sono fatiche di poco conto, ma se voi le esercitate con diligenza, oh come per queste riuscite a piacere al Signore! Quelle opere sono minute, ma se voi le fate all’unico intento di piacere al Signore, sono come una massa di buon lievito che fa fermentare una quantità assai maggiore di pasta preparata».

Don Guanella ci esorta ad essere misericordiosi come Dio: «Fratelli miei, amare il Signore e per amor del Signore tutti i fratelli nostri, questo è il dover nostro. Quanto al resto provvederà Iddio. Un cristiano saggio attende per essere misericordioso come è misericordioso Iddio medesimo. […] Non solo per compassione, ma per carità, dobbiamo prestare i servigi nostri: per affetto di carità che ci sprona a soccorrere il prossimo per amore di Dio».

Dobbiamo donare in modo abbondante «cure e sollecitudini per bene servire il Signore e i beniamini del Signore, i poveri e gli ammalati, che sono cari al divin Salvatore come la pupilla dell’occhio proprio».

«Se Dio ti onora di poterlo servire ne’ suoi infermi, ricordati che tu con ciò vieni compiendo non solo un atto o di giustizia o di carità o di gratitudine, ma un’insigne opera di misericordia».

In questo senso ci ammonisce Gesù: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti» (Mc 9, 35). E ancora più avanti: «Chi vuol essere grande tra di voi si farà vostro servitore e chi vuol essere il primo tra di voi sarà il servo di tutti» (Mc 10,32-45).

Gesù ci ha insegnato, durante l’Ultima Cena, che il simbolo del servizio è il grembiule per asciugare i piedi degli apostoli.

Tutta la vita cristiana deve diventare un servizio caritativo verso i fratelli e le sorelle che tendono una mano.

Per servire gli altri dobbiamo essere liberi. Altrimenti ci serviremo di loro.

Serviremo gli altri o ci serviremo degli altri?

Ci sia di aiuto il motto: «Sii servo di tutti e schiavo di nessuno».

don Nico Rutigliano, rettore

Numerose le opportunità offerte dalla Congregazione

Per l’Opera don Guanella in Italia sono aperte 44 posizioni per giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni (non compiuti alla data di pubblicazione del bando).

“Di tutti i colori” area minori e giovani: Case di Como (2 volontari), Genova (2 volontari), Roma (2 volontari), Napoli (3 volontari), Alberobello (3 volontari), Fasano (4 volontari), Torre Canne (2 volontari), Messina (2 volontari).

“Tu si che vali” area adulti e terza età in condizioni di disagio: Case di Lora (2 volontari), Milano (2 volontari), Castano Primo (2 volontari), Gatteo (2 volontari), Perugia (2 volontari), Alberobello (1 volontario), Bari (2 volontari).

“Il sale della terra” area minori e giovani: Case di Valmadrera (2 volontari), Lecco (2 volontari).

“Incontro alla vita” area disabili: Casa di Perugia (2 volontari).

“Solo se sognati” area minori e giovani: Casa di Napoli (3 volontari).

“Da Zancle a Messina” area minori e giovani: Casa di Messina (2 volontari).

Il bando per le candidature degli aspiranti volontari, pubblicato il 18 dicembre scorso, resterà aperto fino alle ore 14.00 di martedì 18 febbraio; gli aspiranti volontari devono presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it/.

Per informazioni ci si può rivolgere a Elisabetta Caronni caronni.elisabetta@guanelliani.it. Le schede di ogni progetto, con i dettagli per la presentazione della domanda, sono pubblicati sul sito www.cescproject.org.

Domenica 12 gennaio alle ore 15.00 avremo la Santa Messa col Vescovo di Como nel Santuario Sacro Cuore. Egli incontrerà alle 17.00 gli operatori della carità nell’auditorium Don Guanella.

29 GENNAIO – 150 anni dall’arrivo di don Guanella a Torino da don Bosco

31 GENNAIO – San Giovanni Bosco

Fin dai tempi del seminario Luigi Guanella aveva sentito parlare di don Giovanni Bosco; durante gli anni di Savogno si recò spesso a Torino, dove lo conobbe personalmente e visitò le sue opere, restandone sempre più attratto. Il 29 gennaio 1875 fu accolto tra i Salesiani, dove il 25 settembre successivo emise i voti triennali. In breve si guadagnò la stima e la benevolenza di don Bosco, che inizialmente lo tenne con sé a Torino affidandogli diversi incarichi (tra cui la direzione dell’oratorio di S. Luigi a Porta Nuova), poi l’anno successivo lo inviò come direttore di un collegio a Trinità di Mondovì; pensava addirittura di mandarlo in missione in America del Sud. La decisione di rientrare in Diocesi al richiamo del Vescovo, nel settembre 1878, fu molto sofferta: «Reputo grandissima fortuna essere venuto con D. Bosco, ma il mio cuore sentirebbe un vuoto per tutta la vita perché non parrà vero, ma continua in me il pensiero di fabbricare qualche giabotto in patria mia».

Si era soliti nelle nostre Case guanelliane, fino ad alcuni anni fa, fare scegliere nel primo giorno di gennaio, all’inizio dell’anno, l’immaginetta di un Santo, scelto casualmente, che venisse poi invocato come protettore “aggiunto” per l’anno in corso. Don Guanella stesso avrebbe apprezzato questo gesto. Lui che invitava le sue Suore a diffonderle tra i bambini della scuola materna, perché «le fotografie rimangono parimente impresse nella mente e nel cuore dei buoni» (Alle Figlie di Santa Maria della Provvidenza nell’Opera degli Asili, IV 828).  Nell’era dei social, dove il vedere ha sostituito in gran parte il sentire e l’ascoltare, ci suggerisce ancora il Fondatore: «[Ci sono] le immagini di Maria santissima che vi incoraggiano […] le statue dei santi, vostri fratelli nel paradiso, i quali nel loro linguaggio vi invitano: “Se tanti e tante siamo salvi in cielo, perché non potrete voi stessi?”» (Corso di sante missioni, VI 825).

All’inizio dell’Anno Giubilare 2025 “Pellegrini di Speranza”, vogliamo incoraggiarvi a recitare insieme la preghiera che Papa Francesco ci ha consegnato, sentendoci parte della stessa Famiglia che è la Chiesa.

PREGHIERA DEL GIUBILEO

Padre che sei nei cieli, la fede che ci hai donato

nel tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello, e la fiamma di carità

effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo,

ridestino in noi la beata speranza per l’avvento del tuo Regno.

La tua grazia ci trasformi in coltivatori operosi dei semi evangelici

che lievitino l’umanità e il cosmo, nell’attesa fiduciosa

dei cieli nuovi e della terra nuova, quando vinte le potenze del Male,

si manifesterà per sempre la tua gloria.

La grazia del Giubileo ravvivi in noi Pellegrini di Speranza,

l’anelito verso i beni celesti e riversi sul mondo intero

la gioia e la pace del nostro Redentore.

A te Dio benedetto in eterno sia lode e gloria nei secoli.

Amen.