- Casa Divina Provvidenza - OPERA DON GUANELLA COMO
- +39 031296711
- info@guanellacomo.it
Carissimi fedeli del Santuario,
si desidera porre all’attenzione della nostra riflessione mensile questi tre avvenimenti del mese di dicembre 2022: Inizio del Periodo di Avvento, la Solennità di Maria Immacolata e il Santo Natale.
Avvento: Inizia un nuovo anno liturgico e saremo guidati dalla lettura del Vangelo di Matteo Questo Vangelo era stato scritto per una comunità della Siria del I secolo «probabilmente formata da giudei convertiti al cristianesimo. Doveva essere una comunità povera e semplice che provava un senso di inferiorità di fronte alle istituzioni giudaiche e alla sapienza dei dottori giudei ed era spaventata dalle insidie e dai giudizi che le venivano mosse» (Martini in Dio vuole amore) Anche oggi viviamo una condizione difficile, faticosa: la pandemia, la guerra, la situazione ambientale e climatica hanno reso questi anni pieni di nubi che sembrano più cupe. Ebbene, proprio l’Avvento può aiutarci a ritrovare uno sguardo di luce e di speranza. Il cristiano non vive di un orizzonte chiuso, ma è aperto a una novità che già è stata offerta (Dio fatto Uomo – Emmanuele = Dio con noi) e attende di realizzarsi pienamente Le nostre comunità non devono dimenticare il motivo della propria fede: Dio è venuto per rinnovare il volto dell’uomo e dell’universo, a portare pace, guarigione, speranza. Ecco i mezzi per prepararci al Santo Natale: la preghiera, la vigilanza, la conversione.
L’Immacolata: La donna dell’Eccomi. «Eccomi» è il contrario di «mi sono nascosto». Eccomi è la parola chiave della vita, apre a Dio mentre il peccato chiude, isola fa rimanere soli con sé stessi. Eccomi è essere disponibili al Signore, è scegliere di scommettere sul Signore, docili alle sue sorprese. Ogni mattina diciamo: «Eccomi Signore, oggi si compia in me la tua volontà», Quel sì di Maria espresso nell’ «avvenga in me secondo la tua volontà» diventa il segreto della sua vita. Essa vive fidandosi di Dio in tutto e per tutto. L’ eccomi di Maria è la grande contrapposizione della risposta data da Adamo a Dio: «Mi sono nascosto, perché ho avuto paura». Guardiamo la bellezza della Madonna, nata e vissuta senza peccato, sempre docile e trasparente a Dio. Preghiamola con questa bella invocazione: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio, non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine Immacolata, gloriosa e benedetta».
Santo Natale: Davanti al mistero del Verbo fatto carne, i cristiani di ogni luogo confessano con le parole dell’evangelista Giovanni: «Abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di Grazia e verità» (Gv.1,14) Oggi, mentre sul mondo soffiano venti di guerra e un modello di sviluppo ormai superato continua a produrre degrado umano, sociale e ambientale, Il Natale ci richiama al segno del Bambino, e a riconoscerlo nel volto dei bambini, specialmente di quelli per i quali, come Gesù, «non c’è posto nell’alloggio». Cerchiamo di vedere Gesù Bambino nei bambini di tutto il mondo dove la pace e la sicurezza sono minacciate dal pericolo di tensioni e nuovi conflitti, nei molti bambini costretti a lasciare i propri paesi, nei bambini a cui è stata rubata l’infanzia. La nostra riflessione si conclude con questo pensiero di Papa Francesco; “È vicino il Natale, è vicino il Signore. E il Signore quando è nato era lì, in quella mangiatoia, nessuno se ne accorgeva che era Dio. In questo Natale vorrei che il Signore nascesse nel cuore di ognuno di noi. Vi auguro questo, questa felicità della vicinanza del Signore». Santo Natale.
Ringraziamo di cuore la Polti S.p.a. di Bulgarograsso per aver donato alla Casa Divina Provvidenza una macchina sanificatrice.
Nella fotografia: Stefano Polti, responsabile commerciale della Divisione Professional con l’operatore Franco Evangelisti e un gruppo di ospiti della Casa Divina Provvidenza.
IL NUOVO ANNO PASTORALE
Siamo arrivati in modo puntuale al tempo della «ripresa». Sì, riprendiamo il nostro cammino di fede, di condivisione delle proposte della Comunità cristiana, di crescita e di maturazione delle nostre persone. Il mese di ottobre è segnato dalla gioia di una vitalità nuova per questo anno, dall’augurio che possa andare tutto bene con l’aiuto del Signore, dalla voglia di impegnarsi con serietà. Infatti l’inizio di un nuovo anno di pastorale genera nel cristiano il desiderio di una maturità più significativa, di percepire il proprio vissuto con gioia maggiore, di affrontare le difficoltà con spiccata saggezza. Nel contempo si nutre il desiderio di incontrare il Signore nelle esperienze della vita e di condividere con sincerità la verità della sua Parola. La liturgia che noi celebriamo almeno in ogni domenica, è uno strumento, un sussidio vitale per gustare l’umanesimo delle nostre persone e lo stupore per la persona di Gesù. La nostra Diocesi in questo periodo pubblicherà il documento finale del Sinodo diocesano. Avremo modo di riflettere e di pregare su questo testo. In esso saranno tracciati cammini di fede, modalità nuove di annuncio del Vangelo, dinamiche significative per la vita delle nostre parrocchie. I contenuti del Sinodo saranno una proposta per il cammino di questo anno pastorale ma anche per un tempo maggiore. I nostri Santi Abbondio, Guanella, Bosatta, Mainetti, Ambrosoli ed anche Malgesini ci aiutino e ci accompagnino a vivere questo anno pastorale con entusiasmo.
«Ecco […] la sfida permanente che l’Eucaristia offre alla nostra vita: adorare Dio e non sé stessi, non noi stessi. Mettere Lui al centro e non la vanità del proprio io. Ricordarci che solo il Signore è Dio e tutto il resto è dono del suo amore. Perché se adoriamo noi stessi, moriamo nell’asfissia del nostro piccolo io; se adoriamo le ricchezze di questo mondo, esse si impossessano di noi e ci rendono schiavi; se adoriamo il dio dell’apparenza e ci inebriamo nello spreco, prima o dopo la vita stessa ci chiederà il conto. […] Quando invece adoriamo il Signore Gesù presente nell’Eucaristia, riceviamo uno sguardo nuovo anche sulla nostra vita: io non sono le cose che possiedo o i successi che riesco a ottenere; il valore della mia vita non dipende da quanto riesco a esibire né diminuisce quando vado incontro ai fallimenti e agli insuccessi. Io sono un figlio amato». Nell’omelia pronunciata alla concelebrazione eucaristica per la chiusura del ventisettesimo Congresso eucaristico nazionale svoltosi a Matera, Papa Francesco ha spiegato così l’importanza dell’eucaristia, ricordando che essa ci ricorda il primato di Dio. Nella parabola di Lazzaro, ci viene mostrata la contraddizione del ricco che sfoggia la sua opulenza e banchetta lautamente e del povero che giace sulla porta coperto di piaghe. Il primo non ha nemmeno un nome, è solo un aggettivo, perché le ricchezze gli hanno fatto perdere la sua identità, data solo dai beni che possiede e dall’apparenza. Nella sua vita non c’è posto per il Signore, perché egli adora solo sé stesso. Il secondo, al contrario, viene chiamato Lazzaro, che significa «Dio aiuta». Nonostante la sua condizione di povertà e di emarginazione, egli può conservare integra la sua dignità perché vive nella relazione con il Padre. Il cuore di Gesù, l’eucaristia ci chiama anche all’amore dei fratelli, il pane per eccellenza. È Cristo che si offre e si spezza per noi e ci chiede di fare altrettanto, perché la nostra vita possa sfamare il prossimo. Occorre riconoscere che l’eucaristia è profezia di un mondo nuovo, un mondo di conversione dall’indifferenza alla compassione, dallo spreco alla condivisione, dall’egoismo all’amore, dall’individualismo alla fraternità.
Online il numero 2/2022 de la Divina Provvidenza.