Sabato 19 ottobre il nostro Vescovo Card. Oscar Cantoni ha ordinato sacerdote nel Santuario del Sacro Cuore un giovane italiano e tre giovani come diaconi, due indiani e un africano.

L’evento può essere colto come normale nella vita della Chiesa, ma di fatto non può passare senza una riflessione adeguata. Una ordinazione sacerdotale o diaconale costituisce sempre una ricchezza per la Chiesa: in questo caso per la Congregazione guanelliana, che gioisce non tanto per il rincalzo di energie nuove, ma soprattutto per il coinvolgimento di elementi giovani nella condivisione del carisma guanelliano e per un annuncio più profetico nell’attività evangelizzatrice della Chiesa. I Guanelliani diventano così più significativi.

Questa ricchezza carismatica e ministeriale ha una ricaduta su tutta la Chiesa, sulla nostra Diocesi. È una Chiesa che si dice anche con queste presenze, con la loro testimonianza, con il loro ministero. L’Ordinazione è un evento che arricchisce la Diocesi e la Chiesa intera.

L’Ordinazione sacerdotale e diaconale dice ancora una volta come ogni carisma (anche quello guanelliano) sia per la comunione nella Chiesa, sia per l’annuncio del Regno, sia per la promozione della storia umana.

CARISSIMI AMICI E FEDELI DEL SANTUARIO DEL SACRO CUORE

Nell’ascoltare l’omelia di Papa Francesco nella Messa conclusiva della seconda sessione del Sinodo dei Vescovi sulla sinodalità, svoltasi nella basilica di San Pietro in Vaticano lo scorso 27 ottobre, sono rimasto positivamente colpito su come ha voluto tratteggiare l’immagine della Chiesa di oggi: «Non abbiamo bisogno di una Chiesa seduta e rinunciataria, ma di una Chiesa che raccoglie il grido del mondo e si sporca le mani per servirlo».

Non è la prima volta che Papa Francesco ci sprona a non rimanere statici, ma ad uscire per poter tornare a proclamare con entusiasmo la buona notizia del Vangelo. La cosiddetta “Chiesa in uscita” altro non è che una vera e propria vocazione che dice la nostra identità e la nostra missione; altro non è che la capacità di intercettare il grido di dolore di una umanità piagata dalle ingiustizie, dal dolore e dalla fatica; altro non è che mettersi alla sequela di Gesù che, come Buon Samaritano, non passa oltre ma si ferma per prendersi cura di colui che giace a terra.

Dobbiamo ricordarci che l’orizzonte del nostro cammino è sempre il bene dell’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio. La Chiesa, infatti, non esiste in funzione di sé stessa ma per portare Cristo al mondo, per annunciare il Vangelo alle genti. Non si tratta allora di fare delle cose nuove, ma di riconoscere la Chiesa sinodale come «una comunità il cui primato è nel dono dello Spirito», che ci rende tutti fratelli in Cristo e ci eleva verso di lui. «Il Signore lo si segue lungo la strada, non nei labirinti delle nostre idee», ha aggiunto papa Francesco esortando tutti noi a «camminare lungo la strada insieme al Signore, dietro a lui e con lui».

Uscire incontro all’uomo è impegnativo, faticoso, in particolare quando tocca le ferite profonde e a volte pare di passare da urgenza a urgenza, ma il Signore dona sempre la sua luce e non ci abbandona mai.

Ogni comunità cristiana, ogni battezzato non può quindi ritirarsi dalla vita e confinarsi ai margini della realtà accomodandosi nel proprio malessere, ma è chiamata a deporre il mantello della rassegnazione portando la gioia del Vangelo per le strade del mondo. Per vivere davvero non si può restare seduti: vivere è sempre mettersi in movimento, mettersi in cammino, sognare, progettare, aprirsi al futuro. E nel farlo guardiamo anche all’esempio di tanti fratelli e sorelle defunti, ai quali va il nostro ricordo particolare e la nostra preghiera di suffragio in questo mese di novembre e che ci hanno preceduto nel cammino di testimonianza di Cristo il quale  «non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti» (Mc 10,45).

A tutti giunga il mio fraterno saluto

don Francesco Sposato, rettore

VIDEO – Festa liturgica di San Luigi Guanella

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DIRETTA STREAMING – S. Messa di chiusura del XXI Capitolo Generale

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Il nuovo Consiglio generale dei Servi della Carità:
don Umberto Brugnoni, superiore generale;
don Rathinam Soosai, vicario generale;
don Gustavo de Bonis, secondo consigliere;
don Vitus Unegbu, terzo consigliere;
don Francesco Sposato, quarto consigliere.

Chiediamo a san Luigi Guanella di intercedere per loro affinché possano guidare la Congregazione secondo la volontà di Dio.🙏😇

24 ottobre 2024 – Festa di San Luigi Guanella

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CARISSIMI AMICI E FEDELI DEL SANTUARIO DEL SACRO CUORE

nella nostra famiglia guanelliana il mese di ottobre è sempre stato denominato “mese guanelliano” perché il 24 ottobre del lontano 1915 alle ore 14.15 nella sua cameretta, dopo un periodo di agonia e sofferenza, il nostro Santo Fondatore, don Luigi Guanella, chiudeva gli occhi su questa terra per riaprirli in cielo.

Di lui conosciamo sicuramente le grandi azioni di carità verso i più poveri, gli ultimi, gli esclusi a cui nessuno guardava o dava fiducia; conosciamo anche le grandi opere che via via apriva per accogliere chiunque rimanesse indietro nella vita. Ma conosciamo il motivo della sua santità? Può bastare accogliere i poveri e aprire opere sociali per diventare santo?

Pascal nei suoi Pensieri affermava in maniera lapidaria che «per fare di un uomo un santo occorre solo la grazia. Chi dubita di questo non sa cosa sia un santo né cosa sia un uomo». Da una parte quindi la grazia di Dio, dall’altra la propria umanità con le sue potenzialità e i suoi limiti. Il santo è quindi colui che sa accogliere nella propria vita, seppur limitata, la grazia di Dio e così rendere visibile il vero volto di Cristo. Così si esprime il documento conciliare Lumen gentium: «Nella vita di quelli che, sebbene partecipi della nostra natura umana, sono tuttavia trasformati nell’immagine di Cristo, Dio manifesta vividamente agli uomini la sua presenza e il suo volto» (LG, 50). Se vogliamo diventare santi anche noi allora dobbiamo lasciarci plasmare dalla grazia di Dio e vivere una vita nuova in Cristo come “lievito” e “sale” capaci di far vivere la fede cristiana all’interno e dall’interno delle diverse culture, aree geografiche ed epoche storiche. Don Guanella ha amato Cristo non a parole, ma con i fatti e, guidato dallo Spirito Santo, ha saputo condividere questo amore con i piccoli del vangelo, verso i quali dobbiamo operare accoglienza vera perché «chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato» (Mc 9,37). Se vogliamo anche noi conquistare la santità non esiste altra via che l’amore e l’accoglienza di chi sta all’ultimo posto: prima Cristo e poi i poveri che riflettono il suo volto. L’ultimo posto è il posto scelto da Cristo e di conseguenza anche da don Guanella e, speriamo, possa essere anche il nostro!

Buon cammino di santità sull’esempio di Cristo, dei Santi e in particolare del nostro santo servo della carità, don Luigi Guanella. E buon mese guanelliano!

Fraternamente

don Francesco Sposato, rettore

 

In questo mese di ottobre la Famiglia guanelliana vive l’esperienza del XXI Capitolo Generale dei Servi della Carità. Nel mese di giugno scorso si è svolto anche il “Mini Capitolo di Famiglia”, evento di confronto fra le varie realtà della Famiglia guanelliana, offrendo del prossimo Capitolo un carattere prettamente “sinodale”, in linea con il cammino indicato da papa Francesco alla Chiesa. Nel Regolamento del 1910 don Guanella desiderava che «i capitolari devono avere pieno di ardore il cuore per impegnarsi con zelo, per soddisfare i giusti desideri dei propri confratelli e provvedere ai particolari bisogni dell’Istituto». Gli sta anche a cuore che, dalla celebrazione del Capitolo «derivi a tutto l’Istituto il buon vantaggio di una emulazione maggiore, di una attitudine più estesa e di una praticità più energica nelle varie mansioni della stessa Congregazione». Compito non facile, ma possibile, grazie al sostegno della preghiera: «soprattutto poi pregano profondamente, affinché del cuore proprio e del cuore dei Superiori se ne faccia uno solo, secondo la sapienza infinita e la bontà infinita del Cuore del divin Salvatore». Nelle difficoltà che ogni decisione può riservare, l’ottimismo ricco di fede del nostro Fondatore ci ricorda che «quando una famiglia religiosa cerca di seguire questo spirito, allora non è più dubbio che, procedendo alla nomina dei membri del Consiglio superiore o del Consiglio subalterno, ogni difficoltà si appiani».

Nel ricordo gioioso di San Luigi Guanella, riportiamo un brano dell’omelia della messa di Canonizzazione, tenuta proprio sessant’anni fa da un altro Santo, San Paolo VI, domenica 25 ottobre 1964: «Vorremmo carpire il segreto e cogliere il principio interiore di tale santità […] se egli stesso non ci aiutasse e quasi ci imponesse a vedere in lui null’altro che un effetto della Bontà divina, un frutto, un segno della divina Provvidenza. […] Tutto è di Dio: l’idea, la vocazione, la capacità di agire, il successo, il merito, la gloria sono di Dio, non dell’uomo. Questa visione del bene operoso e vittorioso è un riflesso efficace della Bontà divina, che ha trovato le vie per manifestarsi e per operare fra noi. «“È Dio che fa!”».

Sabato 5 ottobre 2024 al termine della S. Messa delle ore 20,30 riprendiamo la bella iniziativa di Adorazione Eucaristica notturna denominata “Discoteca del silenzio” che andrà avanti fino alla mezzanotte. Tale iniziativa di preghiera la vivremo ogni primo sabato del mese. Il nostro Santo Fondatore, don Luigi Guanella, ci ha sempre spronati a fare dell’Eucarestia il nostro faro, anzi lo definiva «sole della terra, vita del mondo, vero Paradiso in terra per tutti i cristiani che fermamente credono». Porteremo davanti a Gesù Eucarestia le nostre gioie e le nostre fatiche, ma anche le speranze e le fatiche del mondo soprattutto là dove la violenza sembra avere la meglio sulla pace. Ma rivolgeremo al Signore anche la nostra supplica per invocare il dono delle vocazioni sacerdotali e religiose per la Chiesa e per la nostra Congregazione. L’iniziativa è aperta a tutti. Vi aspettiamo!