In questo mese dedicato al Sacro Cuore leggiamo e meditiamo il celebre brano proposto da don Guanella nella sua opera Nel mese del fervore: «Il Signore continua a mostrarti i tesori della sua misericordia. Ti additò fin qui Betlemme e Nazaret, il Getsemani ed il Calvario di Gesù suo figliuolo unigenito. Di questi ti additò la croce aspersa di sangue, di Gesù ti mostrò le piaghe aperte. Finalmente non sapendo più che fare, di Gesù ti mostrò lo stesso cuore incarnato. Il cuore è la sede dell’amore. Il cuore è il centro della vita. La vita del cuore dell’uomo è la vita di tutto l’uomo. Gesù ti mette dinanzi palpitante il proprio cuore perché riguardando a quello tu ti commuova. Gesù ti apre il suo costato perché entrando nel cuor suo viva della vita sua e impari a salvare te e altrui. Con la carità si salvano le anime. Ama tu il Salvator tuo e salutalo affettuosamente con dirgli: “Dolce Cuore del mio Gesù, fa che io ti ami sempre più”».

E preghiamo: «O Gesù mio, traetemi tutto a voi. Traetemi con tutti gli affetti del cuor mio. […] Ma lo so che nol potrei senza l’aiuto vostro. Traetemi, o Gesù mio, traetemi tutto. Lo so ben io, il mio cuore è inquieto finché interamente non riposi accanto al Cuor vostro».

Il Libro Sinodale contiene tante prospettive pastorali delineate dal nostro Vescovo che però hanno bisogno di essere conosciute, studiate ed anche applicate con l’aggiunta da parte di ogni Comunità cristiana del proprio impegno creativo, perché nel proprio territorio la Chiesa risplenda della verità e dell’amore di Gesù.

Si dice che le nostre Comunità devono essere approdi aperti di incontro e relazione, dove potersi fermare, scoprire la bellezza della fede e prepararsi a salpare per andare incontro a tanti che sono lontani dalla esperienza cristiana.

È anche molto importante comprendere che la sinodalità proposta dal Papa non è un evento pure solenne da celebrarsi ma uno stile, un processo che offre la possibilità per tutti i battezzati di esprimere il loro parere, concorrendo alla formazione di un orientamento, di un cammino comune condiviso da tutto il popolo di Dio. Si tratta di creare uno stile diverso del nostro essere Chiesa: è una rivisitazione del Concilio Vaticano II che rende tutti i cristiani protagonisti della Chiesa e che richiede pazienza, perseveranza, fiducia. Si tratta in ultima analisi di un cammino di conversione fatto di preghiera, ascolto dello Spirito, discernimento e azione.

Il Sinodo è una grande provocazione a rinnovare il nostro rapporto di fede con Cristo e ad essere protagonisti di una Chiesa che cammina in modo unito nella storia umana.

CARISSIMI AMICI E FEDELI DEL SANTUARIO DEL SACRO CUORE

Don Guanella definisce il mese di giugno come il «mese del fervore» e perciò dedicato in modo particolare alla devozione del Cuore di Gesù. Egli lo considerava modello, ispiratore, sorgente e conforto per la sua missione di carità. Per questo la prima chiesa da lui costruita in Como la dedicò al Sacro Cuore. Voleva consegnare le sue religiose, i suoi religiosi, gli ospiti e il popolo tutto al Cuore di Gesù che è la fonte di ogni consolazione È il cuore a soffrire maggiormente quando sopraggiunge un dispiacere, una malattia, una separazione, la solitudine. C’è bisogno di un cuore che conforti, che ridoni serenità e sollievo a chi è privo di sostegno umano. Dal cuore di Gesù sono nate le due Congregazioni fondate da don Guanella, quella delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza e quella dei Servi della Carità. Queste due Congregazioni con i Cooperatori guanelliani continuano nel mondo la sua missione di Provvidenza e di carità. Il Santuario del Sacro Cuore è divenuto sia per le sue opere come per la città di Como e dintorni il focolare di fervore religioso a cui attingere da quel Cuore divino grazie e misericordia per il mondo.
L’augurio più bello che la comunità guanelliana che vive all’ombra del Santuario fa a tutti è quello di sperimentare in questo mese e nella vita la consolazione e il conforto dell’amore misericordioso di Gesù, il Cristo morto e risorto per l’umanità intera.

26 maggio: 157 anni dall’ordinazione sacerdotale di don Guanella

Luigi Guanella fu ordinato sacerdote il 26 maggio 1866 nella cappella di S. Michele nel Palazzo Vescovile di Como, da mons. Bernardino Frascolla, vescovo di Foggia in esilio politico nella città lariana. Di quel memorabile giorno egli stesso ricorderà, ormai anziano, nelle sue memorie autobiografiche: «Ricordo come fosse oggi la imponente maestà del vescovo Frascolla ordinante, le esortazioni di fuoco dirette a tutti noi e le eterne raccomandazioni che ne fece dopo averci impresso nella fronte il bacio della pace. Anche per questo beneficio insigne della sacra Ordinazione deve essere più profondo in noi l’affetto di filiale gratitudine». Nella limpida gioia di quella occasione, il giovane Luigi Guanella si impegnava ad essere «spada di fuoco nel ministero santo».

31 maggio: 157 anni dalla prima Messa di don Guanella

Giovedì 31 maggio 1866, solennità del Corpus Domini, il novello sacerdote don Luigi Guanella celebrò la sua prima Messa nella Collegiata della B. V. Assunta di Prosto, nella Val Bregaglia italiana. Dopo il giorno della sua ordinazione sacerdotale, quello della prima Messa fu un momento fondamentale per la vita del giovane Luigi Guanella: «la grandissima solennità della mia prima S.ta Messa, quella santissima e gloriosa giornata la più bella della vita mia, giorno cui riandando nella mente negli anni avvenire io dovrei dimenticare qualunque affanno per balzare di gioia e di gratitudine», confidava a don Francesco Adamini, che in quell’occasione tenne il discorso ufficiale.

Anche questo mese seguiamo la vita di Gesù Sacro Cuore proposta da don Guanella nella sua opera Nel mese del fervore: «Tieni l’occhio qui agli apostoli che mesti mesti si recano al colle di Sion. Gesù Cristo aveva loro detto che ormai se ne sarebbe andato al cielo e quelli non sanno darsi pace. Ma Gesù: “Che temete? – disse – Quando io sarò in alto manderò a voi lo Spirito Santo. Voi poi seguite gli esempai che v’ho dati fin qui. Io intanto ascendo al Padre mio e pregherò per voi e vi assicuro che là dove io vado a stare voi pure salirete con me”. In dir questo Gesù pervenne al vertice del colle di Sion. Di là benedisse per l’ultima volta ai discepoli suoi e poi legger leggero si elevò in alto. Una nube venne poi a coprire l’umanità santissima del Redentore, finché l’ammirabile vista si tolse agli occhi dei discepoli attoniti. […] Quanto è meglio che tu in ogni caso, o prospero o avverso, volga l’occhio al Signore per dirgli: “Di ogni bene e di ogni male a voi ne sia la gloria”. Facendo così tu dai prova di fidarti interamente di Dio tuo padre, e se tu confidi in lui non dubitare che non ti voglia premiare con l’eredità sua. L’eredità che il Signore ti dispone è la gloria del paradiso, chi ne può dubitare? Per questo Gesù Cristo è asceso in alto a disporti il luogo. Ma tanta mercede è possibile che te la accordi Iddio senza che tu vi cooperi con quelle fatiche che alle tue forze sono possibili?».

La terza parte del libro sinodale propone alcune scelte concrete utili alla nostra Chiesa diocesana per testimoniare la misericordia del Signore.

C’è da sottolineare che le indicazioni del testo cadrebbero nel vuoto senza una adesione profonda e convinta alla persona di Gesù. L’incontro con Gesù deve ricentrare continuamente la nostra vita su di Lui.

Inoltre bisogna tenere presente per capire il testo sinodale che le indicazioni proposte andranno affrontate e mediate nelle varie realtà della Diocesi.

Comunque le indicazioni possono essere riassunte in tre ambiti: la vita nuova nello Spirito; la proposta di alcune norme per una forma più sinodale della nostra Diocesi ed infine alcune scelte relative alla testimonianza ed alla missione.

Tutto questo è per vivere una forma sinodale di Chiesa a cominciare dalla realtà della famiglia e del ministero ordinato fino a giungere a toccare i diversi ambiti di vita, di servizio e di organizzazione delle nostre Comunità parrocchiali.

Teniamo conto che la testimonianza di ogni battezzato è necessaria per vivere la missionarietà come tratto distintivo della Chiesa.

Il mese di maggio è per tradizione dedicato alla Vergine Maria. Don Guanella nel 1884 scrisse un opuscolo dal titolo “Nel Mese dei Fiori” composto da brevi sermoni giornalieri per presentare la vita e le virtù della Vergine Maria, perché i fedeli potessero pregarla e imitarla. Nella prefazione scriveva: «Con il desiderio di porgere un ossequio alla Vergine e di giovare all’anima di qualche mio prossimo, mi sono provato anch’io per mettere in luce un corso di sacre lezioni per ogni giorno del mese mariano».

Nel 2020 Papa Francesco all’inizio del mese di maggio invitava i fedeli alla devozione di Maria con queste parole: «È ormai vicino il mese di maggio, nel quale il popolo di Dio esprime con particolare intensità il suo amore e la sua devozione alla Vergine Maria. È tradizione, in questo mese, pregare il Rosario a casa, in famiglia. Per- ciò ho pensato di proporre a tutti di riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa nel mese di maggio. Lo si può fare insieme, oppure personalmente; scegliete voi a seconda delle situazioni, valorizzando entrambe le possibilità. Ma in ogni caso c’è un segreto per farlo: la semplicità». Il Santo Padre aggiungeva: «Cari fratelli e sorelle, contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria, nostra Madre, ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare le varie prove della vita. Io pregherò per voi, specialmente per i più sofferenti, e voi, per favore, pregate per me. Vi ringrazio e di cuore vi benedico». Riportiamo una

delle due belle preghiere che il Papa in quell’occasione ci aveva consegnato, da recitare insieme al termine del Rosario:

Preghiera a Maria:
O Maria, Tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza. Noi ci affidiamo a Te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede.
Tu, Salvezza del popolo, sai di che cosa abbiamo bisogno e siamo certi che provvederai perché, come a Cana di Galilea, possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova. Aiutaci, Madre del Divino Amore, a conformarci al volere del Padre e a fare ciò che ci dirà Gesù, che ha preso su di sé le nostre sofferenze e si è caricato dei nostri dolori per condurci, attraverso la croce, alla gioia della risurrezione. Amen.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

CARISSIMI AMICI E FEDELI DEL SANTUARIO DEL SACRO CUORE

Come ha sottolineato il nostro indimenticato Papa Benedetto XVI, una delle domande che più angustiano l’esistenza dell’uomo è proprio questa: che cosa c’è dopo la morte? La solennità di Pasqua ci permette di rispondere che la morte non ha l’ultima parola, perché a trionfare alla fine è la Vita. Questa certezza non si fonda su semplici ragionamenti umani, bensì su uno storico dato di fede: Gesù Cristo, crocifisso e sepolto, è risorto con il suo corpo glorioso.

Dall’alba di Pasqua una nuova primavera di speranza investe il mondo; da quel giorno la nostra risurrezione è già cominciata, perché la Pasqua non segna semplicemente un momento della storia, ma l’avvio di una nuova condizione: Gesù è risorto non perché la sua memoria resti viva nel cuore dei suoi discepoli, bensì perché Egli stesso viva in noi e in Lui possiamo già gustare la gioia della vita eterna.

La risurrezione pertanto non è una teoria, ma una realtà storica.

Non è un mito né un sogno, non è una visione né un’utopia, non è una favola, ma un evento unico ed irripetibile: Gesù di Nazareth, figlio di Maria, che al tramonto del Venerdì è stato deposto dalla croce e sepolto, ha lasciato vittorioso la tomba. Infatti all’alba del primo giorno dopo il sabato, Pietro e Giovanni hanno trovato la tomba vuota. Maddalena e le altre donne hanno incontrato Gesù risorto; lo hanno riconosciuto anche i due discepoli di Emmaus allo spezzare il pane; il Risorto è apparso agli Apostoli la sera nel Cenacolo e quindi a molti altri discepoli in Galilea.

Nel mattino di Pasqua tutto si è rinnovato. «Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello: il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa» (Sequenza pasquale). Questa è la novità! Una novità che cambia l’esistenza di chi l’accoglie, Resurrectio Domini, spes nostra! La risurrezione di Cristo è la nostra speranza!

Oggi la Chiesa canta «il giorno che ha fatto il Signore» ed invita alla gioia.

A tutti voi,

AUGURI DI UNA SANTA PASQUA 2023

dalla Famiglia guanelliana

del Santuario del Sacro Cuore

Nel ricordo della “nostra” Beata Chiara Bosatta (Pianello del Lario 1858 – 1887), riportiamo un breve scritto in cui don Guanella ne sintetizza in rapide espressioni il profilo umano e spirituale, pubblicato per la prima volta nel 1910 all’inizio della biografia Fiore di Cielo, scritta da Maddalena Albini Crosta: «Suor Chiara Bosatta percorse generosa il cammino della perfezione cristiana nella pratica della innocenza e della penitenza insieme. Fu perfettamente fondata nell’umiltà, nell’umiltà vera, compenetrata da grande amore a nostro Signore e da fiducia nella bontà di Lui. Iddio la condusse per la via delle anime forti, via aspra, e per sé pericolosa, ma la guidò così che non ponesse piede in fallo. Ed ella non cadeva, perché si arrendeva con assoluta docilità alla mano che la guidava».

Questa rubrica di poche righe sempre ci ha accompagnati a conoscere e a condividere i passi di crescita della nostra Chiesa locale: la Diocesi.

Questa ha recentemente concluso una grande esperienza con la quale ha letto se stessa nelle sue espressioni di fede: l’accoglienza della Parola, la celebrazione dei sacramenti, i servizi di amore alle persone… È stata l’esperienza del SINODO DIOCESANO.

Il lavoro di tante persone di questi ultimi anni ha prodotto un documento “LIBRO SINODALE” che presenta per il futuro il programma di vita per tutta la nostra Diocesi.

Il Libro Sinodale da parte dei cristiani va letto, va conosciuto e messo a fondamento di cammini di fede dei singoli e delle Comunità cristiane.

Con il tempo, senza alcuna fretta, da questo foglio faremo un tentativo di approccio al documento per condividere alcune provocazioni e sentirci partecipi delle scelte future della nostra Diocesi.

Il testo che è titolato “TESTIMONI DI MISERICORDIA” comprende tre parti.

Nella prima parte, “RICONOSCERE”, si rilegge il passato delle nostre Comunità cristiane e il presente alla luce del discernimento fatto dai Sinodali.

Nella seconda parte, “INTERPRETARE” sono indicate tre grandi linee di orientamento che oggi lo Spirito Santo suggerisce alla Chiesa per un adeguato rinnovamento.

Nella terza parte, “SCEGLIERE” sono contenute disposizioni più operative e normative per le Comunità della nostra Diocesi.