In questo mese – 12 novembre – B. V. MARIA DELLA DIVINA PROVVIDENZA

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Nelle sue visite a Roma don Guanella ebbe modo di visitare la chiesa di S. Carlo ai Catinari. A destra dell’abside, sull’altare è collocato il dipinto raffigurante la Madonna della Divina Provvidenza, copia dell’originale del 1594 di Scipione Pulzone, detto anche Scipione da Gaeta o Gaetano. L’originale è conservato nella cappella del coro superiore.

Sul bollettino La Divina Providenza del novembre 1895, scriveva: «La Beata Vergine della Divina Provvidenza è la carissima nostra Madre, la quale gode di essere chiamata con questo titolo, per essere più pronta al soccorso nostro. Che consolazione in mezzo ai triboli della vita avere a chi ricorrere, e ricorrere alla gran Vergine della Divina Provvidenza!».

Partecipando al settimo congresso Mariano Internazionale a Treviri nel 1912, tenne una relazione su “Maria Madre della Divina Provvidenza”, proponendo anche che a Roma fosse edificata una chiesa a lei dedicata, ma l’iniziativa non ebbe seguito. Però nel territorio parrocchiale di S. Giuseppe al Trionfale, detto “Valle d’Inferno” a causa della presenza di fornaci per la cottura dei mattoni di argilla, nel 1921 il parroco don Luigi Previtali edificò una chiesetta dedicandola alla Madonna della Provvidenza e annettendovi l’asilo, una scuola elementare e le associazioni femminili di volontariato, elevata successivamente a parrocchia.

A Maria, don Guanella attribuisce le parole: «Io abbraccio la divina Provvidenza, quella divina Provvidenza, la quale si serve di me, umile ancella, perché fornisca cibo ed assistenza a questo celeste Infante, che è la divina Provvidenza incarnata». In quel Bambino, sul quale si posano gli occhi della Madre, egli vede tutta la sua grande famiglia di poveri, come ricorda la bella iscrizione latina sull’altare della Casa Madre delle suore a Lora: «Guarda tutti noi in questo tuo Figlio».

Nello sguardo della Madonna al Figlio accolto tra le braccia don Guanella ascolta anche l’invito allo stile di delicatezza e di rispetto che voleva nel confronto degli ospiti delle sue Case e tra i suoi stesi sacerdoti e suore, eco di quanto dirà papa Francesco: «Quando dai l’elemosina, guardi negli occhi quello o quella a cui la dai?».

Volle anche che la chiesetta della Casa madre delle sue suore a Lora fosse dedicata alla Madonna della Provvidenza. Scriveva sul bollettino La Divina Provvidenza del 2 febbraio 1900: «Le nostre suore si gloriano di essere intitolate a Santa Maria della Provvidenza. Era quindi giusto che nella loro Casa madre la chiesa, dove attingono coraggio e forza per sostenersi nella difficile e faticosa loro missione, fosse a lei dedicata».

Per diffondere questa devozione, il 3 settembre 1899, in occasione del pellegrinaggio milanese alla Casa di Lora, venne istituita canonicamente la Confraternita di Santa Maria della Provvidenza, come filiale di quella eretta nella chiesa di Roma.