Lo scorso 4 ottobre, festa liturgica di San Francesco d’Assisi, Leone XIV ha firmato la sua prima Esortazione Apostolica, dal titolo Dilexi te, sul tema dell’amore per i poveri, che di fatto si inserisce nel solco del Magistero della Chiesa. Questo lavoro era stato iniziato da Papa Francesco e anche il titolo richiama la sua quarta e ultima Enciclica, Dilexit nos. Sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo, datata 24 ottobre 2024: interessante da notare è l’intrecciarsi dei due temi, perché l’amore di Dio non può essere separato dall’amore per i poveri, tramite i quali Dio «ha ancora qualcosa da dirci».
Nel suo documento, Leone XIV denuncia con forza la dittatura di un’economia che uccide, gli «effetti distruttori dell’impero del denaro», la mancanza di equità, «radice di tutti i mali sociali», la «cultura dello scarto», «la carenza o addirittura l’assenza dell’impegno per il bene comune della società e, in particolare, per la difesa e la promozione dei più deboli e svantaggiati», l’indifferenza verso le sofferenze di chi è costretto a lasciare la propri terra, le violenze contro le donne, la malnutrizione, l’emergenza educativa.
Ed è proprio l’amore di Cristo che si fa carne nell’amore ai poveri, che si traduce nella lotta alle schiavitù, nella difesa delle donne che soffrono esclusione e violenza, nella cura dei malati, nel diritto all’istruzione, nell’accoglienza e nell’accompagnamento ai migranti, nell’elemosina che «è giustizia ristabilita, non un gesto di paternalismo».
Leone XIV conclude l’Esortazione con un appello, accorato e insieme potente, che rivolge a ciascuno di noi: «L’amore cristiano supera ogni barriera, avvicina i lontani, accomuna gli estranei, rende familiari i nemici, valica abissi umanamente insuperabili, entra nelle pieghe più nascoste della società. Per sua natura, l’amore cristiano è profetico, compie miracoli, non ha limiti: è per l’impossibile. L’amore è soprattutto un modo di concepire la vita, un modo di viverla. Ebbene, una Chiesa che non mette limiti all’amore, che non conosce nemici da combattere, ma solo uomini e donne da amare, è la Chiesa di cui oggi il mondo ha bisogno. Sia attraverso il vostro lavoro, sia attraverso il vostro impegno per cambiare le strutture sociali ingiuste, sia attraverso quel gesto di aiuto semplice, molto personale e ravvicinato, sarà possibile per quel povero sentire che le parole di Gesù sono per lui: “Io ti ho amato”». Un documento da leggere e fare proprio, straordinariamente in sintonia con l’intuizione carismatica del nostro San Luigi Guanella.
 
								