Innamorati di Dio

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CARISSIMI AMICI E FEDELI DEL SANTUARIO DEL SACRO CUORE

Festeggiare tutti i Santi è guardare coloro che già godono della gloria eterna. Quelli che hanno messo in pratica le beatitudini proclamate da Gesù. Quelli che contemplano il volto di Dio e gioiscono appieno di questa visione. Quelli che la Chiesa ci propone come modelli perché, peccatori come noi, hanno comunque accettato di lasciarsi interrogare da Gesù e plasmare dallo Spirito Santo. Tra questi c’è il nostro San Luigi Guanella.

Per essere santo devi essere un po’ folle, cioè uscire dagli schemi ed essere pazzo per Dio. Mons. Andrea Ferrari, entrando in Como nell’ottobre 1891, subito intuì che questo prete, di cui sentiva voci poco benevole, era un innamorato di Cristo che rispondeva alla chiamata di Dio andando un po’ oltre il buon senso, le convenzioni e le consuetudini. Le sue opere di carità erano abbastanza eloquenti e rispondevano ad un disegno di Dio a favore dei poveri. Così rispondeva a chi accusava don Guanella: «Andate a visitare le Case e vi convincerete che quello che fa non è secondo la prudenza umana. Lasciategli fare il bene».

A Como il nostro Fondatore acquista la vecchia filanda Binda. Non ha molta disponibilità finanziaria, ma la Provvidenza gli viene in aiuto. Ferrari è ormai cardinale a Milano e allora va dal nuovo vescovo di Como che lo liquida con queste parole: «Faccia quello che vuole, perché con i Santi non si può discutere». Santa Maria di Lora arriverà ad ospitare fino a 300 povere inferme.

Il nostro Santo era così pazzo per Dio che arrivò ad innamorarsi dei figli prediletti del Padre, i “buoni figli”. «È una cosa facile innamorarsi della bellezza visibile; è una cosa difficile innamorarsi nella mancanza della bellezza»: così si esprimeva Giovanni Paolo II visitando la nostra Casa San Giuseppe di Roma in via Aurelia Antica, e aggiungeva: «Ecco la strada percorsa da don Guanella, ecco la vostra strada».

don Nico Rutigliano, rettore