Nell’operetta catechistica Andiamo al Paradiso don Guanella presenta l’Avvento, periodo liturgico che precede le feste di Natale, come tempo da trascorrere «in gaudio spirituale, attendendo l’anniversaria ricorrenza della nascita di Gesù salvatore in Betlemme nella grotta».
È la Chiesa «madre amante che attende lo Sposo» a guidarci in questo cammino e che si aspetta da parte nostra che rispondiamo al suo affetto con un comportamento devoto.
L’Avvento non è la Quaresima e pertanto non siamo spinti a severe rinunce: «godine pure in cuor tuo che la Chiesa non te ne distoglie», siamo però invitati a mantenere uno stile di vita sobrio: «non disturbare con clamori di allegrezza vana il raccoglimento di tua Madre».
Il cammino è segnato dalla liturgia: «il sacerdote e l’altare sono scuola di virtù. Ammaestrano continuamente». In altre parole siamo esortati all’ascolto della Parola di Dio e alla pratica dei Sacramenti, perché dopo la morte dell’ultimo Apostolo, San Giovanni, «la Chiesa ci ammaestra con la liturgia sacra».
Il desiderio di incontrare Gesù nel Natale si acuisce vivendo l’Avvento come una grande vigilia: «Nelle vigilie noi veniamo dinanzi a Dio desiderosi di unirci a lui, come il figlio che, sapendo dell’arrivo dei genitori diletti, esca loro incontro con tripudio, movendo frettolosi i passi e battendo le mani».
L’Avvento ci ricorda però anche che «portare Dio nella lingua con belle parole, portarlo nel cuore con buoni affetti, non è il tutto»: occorre disporsi a «portarlo, come Simeone, tra le braccia colle opere».