«Sogliono le persone in questi giorni mandarsi gli auguri, scambiarsi visite di buon augurio e dirsi non so bene quanti discorsi di felicitazione. Io vi porgo gli auguri miei, ma lo faccio con semplicità Eccovi l’augurio mio: amate il Signore, se amate Dio, il cielo vi concederà quell’altre fortune di sapienza e di sanitata… Amate più che tutti il Signore ed a lui corrispondiamo perché nessuno più che Dio ci ama e ci benefica» (L. Guanella, O Padre! o Madre!)

I nostri amici della strada hanno bisogno di tante cose, specialmente nel periodo freddo dell’anno.

Molti di loro dormono in prossimità della Stazione San Giovanni o nei portici o sui sagrati delle chiese o nel’autosilo Val Mulini  e spesso ci chiedono coperte o sacchi a pelo per ripararsi dal freddo.

Oltre che di tutto questo, abbiamo bisogno anche di:
– biancheria intima
– scarpe
– vestiti,
– bagno schiuma
– rasoi
– the, bicchieri di carta, zucchero, biscotti.

…e di tanti volontari appassionati alla causa dei poveri, degli ultimi, dei derelitti.

“Posso confermare che tutte le persone che hanno fatto richiesta di accedere ai dormitori per passare la notte al caldo hanno potuto farlo”: lo conferma Paola Della Casa referente del Tavolo della grave emarginazione di Como di cui fa parte anche la Caritas diocesana. Sono ore frenetiche a Como per far fronte al drastico calo delle temperature registrato negli ultimi giorni e alla neve caduta nella notte. A preoccupare è soprattutto la condizione dei senza fissa dimora: a dare una prima risposta al bisogno di accoglienza è stato ancora una volta il mondo del volontariato e degli operatori che, ogni giorno, si occupano sul territorio cittadino di grave marginalità. Subito, come negli anni precedenti per i giorni più freddi dell’anno, sono stati aggiunti alcuni posti letto all’interno del dormitorio “Emergenza Freddo” di via Sirtori con la posa di alcuni materassi, così come sono stati trovati altri posti aggiuntivi dai volontari che gestiscono l’accoglienza per migranti in transito nei tendoni collocati all’interno del Centro pastorale card. Ferrari. “Ci sono alcune situazioni – continua Della Casa -, numericamente molto limitate, di persone che hanno difficoltà nello stare in contesti comunitari e per questo, anche di fronte all’invito di volontari e operatori, hanno deciso di rimanere in strada. È una realtà non nuova a cui nelle scorse ore abbiamo rivolto una particolare attenzione assicurandoci che avessero coperte e proponendo loro l’accesso ai dormitori”. Da Porta Aperta, servizio della Caritas diocesana rivolto alla grave marginalità, assicurano che il monitoraggio di queste situazioni è costante, anche se non è facile trovare delle soluzioni. Sempre la Caritas ha deciso di anticipare l’apertura del Centro diurno presso la chiesa di S. Donnino dalle 9 così da garantire – insieme al centro “Il Rifugio” presso l’Opera don Guanella – la copertura per l’intera giornata.

L’Opera Don Guanella di Como cerca volontari per il “Tetto della Carità”, il Centro che accoglie uomini senza dimora dai 40 ai 75 anni e che dà continuità ed amplia la “Casa del pellegrino”, lo spazio aperto il 7 dicembre scorso in risposta alle sollecitazioni del vescovo Oscar che aveva chiesto alle parrocchie e alle comunità religiose di intervenire per praticare una accoglienza più diffusa, mettendo a disposizione un numero, ancorché piccolo, di posti letto. Anche l’Opera Don Guanella aveva fornito una risposta immediata dando ospitalità a cinque persone senza tetto in tre stanze.

Nell’intenzione del responsabile, don Leonello Bigelli, questa iniziativa voleva rappresentare un primo passo per un progetto più complesso di seconda accoglienza. Spiega don Leonello:

«Misuravamo le nostre forze, individuavamo le persone per un progetto futuro, raccoglievamo un piccolo gruppo di volontari, conoscevamo meglio i problemi ed eravamo più preparati per affrontarli. Adesso, finalmente, possiamo essere pronti, ed è finalmente partito il “Tetto della Carità”».

 

Il “Tetto della Carità” intende aprire le porte a persone in stato di emarginazione grave che vivono un disagio sociale legato a perdita del lavoro o della casa, separazione familiare, fragilità legate a limiti personali, psicologici, intellettuali, relazionali o a dipendenze (alcol, gioco), ma anche persone in età già avanzata e senza alcuna prospettiva di un inserimento lavorativo.
Oltre che un pasto caldo e un letto pulito, il Centro intende offrire un progetto di recupero individuale, che riguardi tutte le dimensioni della persona, in modo che essa sia restituita alla propria dignità in tutti i suoi aspetti, secondo l’insegnamento di don Guanella.

«In concreto – spiega don Leonello – vogliamo restituire alle persone che accogliamo un nome, un cognome e una dignità di persona. Intendiamo fornire loro un sostegno sanitario, lavorativo e abitativo, coinvolgendo tutte le risorse presenti sul territorio, per evitare il rischio di dare risposte inadeguate e di affrontare i problemi in modo settoriale. Li vogliamo stimolare a prendersi cura di se stessi attraverso l’igiene personale; vogliamo educarli alla socializzazione o alla ricostruzione dei legami sociali, avviandoli anche all’inserimento nel mondo del lavoro e nella società».

La Comunità educativa è composta, oltre che da don Leonello, da un assistente sociale e da un educatore professionale, affiancati da personale volontario. A questo proposito don Leonello lancia un appello per la ricerca di volontari motivati a prestare la propria opera presso il “Tetto della Carità”.
«Il volontario che cerchiamo deve avere come obiettivo primario la costruzione di una relazione significativa con l’ospite. Al centro del suo agire deve esserci sempre la persona, considerata nella sua dignità umana. È dunque importante che possegga l’intelligenza emotiva sufficiente per conoscere, accogliere, leggere e graduare le proprie emozioni e quelle degli ospiti e che riesca a garantire, nei limiti della propria disponibilità, una continuità di impegno. Chiediamo inoltre che conosca i valori fondamentali a cui si ispira la pedagogia del “Tetto della Carità” e agisca in sintonia con il suo progetto educativo guanelliano attraverso un percorso di formazione e un certo periodo di rodaggio nel Centro in compagnia di un tutor».

I volontari del “Tetto della Carità” sono chiamati a svolgere compiti di accoglienza, mantenimento di ordine e decoro della Casa, del guardaroba, aiuto nelle attività di laboratorio e accompagnamento degli ospiti (visite mediche, servizi sociali…).

Per informazioni: don Leonello tel. 333.5233523, oppure personalmente presso il “Rifugio Don Guanella” (nel cortile della Casa Divina Provvidenza) dalle ore 16 alle ore 19, tutti i giorni.

Inaugurata la nuova rubrica video: STORIE DI CASA, un angolo fatto di racconti, esperienze, vissuti, emozioni che vede protagonisti gli ospiti della Casa Divina Provvidenza di Como.

Vicini di strada – Rete dei servizi per la grave marginalità si affida al Don Chisciotte per raccontare una storia, anzi tante storie, che la cronaca spesso strumentalizza, distorce, spoglia della componente umana che, per i Vicini di Strada e crediamo per tutti, è la prima cosa che occorre guardare quando si parla di immigrati, senza tetto, anziani soli, uomini e donne che la società tende a marginalizzare quando non espellere del tutto dal contesto.

Sto con te” è il nuovo frutto del laboratorio teatrale realizzato dal gruppo Aounithiè e promosso da Vicini di Strada, la Rete dei servizi per la grave marginalità di Como, nell’ambito del progetto “Ri-generazioni” (bando volontariato 2018).

La storia di Don Chisciotte come spunto per raccontare le nostre storie, fatte di innamoramenti, cadute, lotte.

La famosa opera di Cervantes è la storia di un uomo che non cede alle sconfitte, che si rialza sempre, che si innamora pazzamente e che aspira a un ideale. Un pazzo forse, ma un pazzo che ha stimolato nel gruppo tanti ricordi, pensieri, e che alla fine ci ha fatto dire: “io sto con te”. Lo spettacolo si snoda tra momenti corali, musiche, monologhi e teatro di figura.

Il laboratorio teatrale – anche quest’anno svolto negli spazi del Teatro Sociale di Como, grazie alla disponibilità di Aslico, e realizzato in collaborazione con Veronica Bestetti di Luminanda, Pia Mazza di Fata Morgana e Letizia Torelli – ha costituito una preziosa occasione per permettere l’incontro tra cittadini con e senza dimora. Comaschi e migranti, italiani e stranieri, ciascuno coinvolto in una dimensione artistica di relazione, conoscenza, condivisione e scambio.

Lo spettacolo vede la collaborazione del gruppo “Burattini in libertà”,  formato da artisti e burattinai professionisti (Marta Stoppa, Cristina Quadrio, Giancarlo Bugnola) e persone senza dimora, in situazione di disagio personale o che soffrono forme di esclusione sociale, un progetto nato grazie al sostegno di Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio e realizzato nell’ambito degli interventi sociali attivati dalla Rete dei servizi per la grave marginalità.

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Quando si incontrano, Annalisa e Paolo si guardano negli occhi.

Vicini di strada è al fianco delle persone senza dimora di Como. Promuove da anni occasioni di incontro in cui le diversità diventano ricchezza. Valorizza le risorse di ciascuno e genera percorsi di reinserimento sociale.

 

Vieni alla presentazione del percorso per diventare volontario!

17 gennaio ore 20.45 – via T. Grossi 18, Como

STORIE DI CASA, un angolo fatto di racconti, esperienze, vissuti, emozioni che vede protagonisti gli ospiti della Casa Divina Provvidenza di Como.

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