Sabato 10 giugno 2023 alle ore 10.00 nella Cattedrale di Como, il vescovo Oscar card. Cantoni ordinerà 4 nuovi presbiteri, tra cui don Alessio Cifani di Ponzate. Don Alessio, prima di entrare in Seminario, ha svolto un periodo di volontariato presso la Casa Divina Provvidenza, e ha riportato la sua esperienza in un articoletto pubblicato su La Divina Provvidenza 1- 2016:

Farsi vicini è bello e possibile

Ciao, mi presento, sono Alessio, ho vent’anni, e voglio condividere un’esperienza importante che sto vivendo.

Circa due mesi fa, era un sabato sera, grazie all’invito di Marta, una mia amica, abbiamo partecipato al cosiddetto “GirAmici” a Como. Ogni terzo sabato del mese il gruppo “Legami” organizza una serata in cui i giovani si trovano a Como, presso la chiesa di S. Cecilia e, dopo un momento di preghiera si dividono in gruppi e vanno a trovare profughi, senza tetto e persone bisognose in varie zone della città, portando qualcosa di caldo e soprattutto donando il proprio tempo per creare relazioni sincere con queste persone.

Così abbiamo partecipato anche noi e ci siamo uniti al gruppo che avrebbe incontrato i profughi presso la Casa Divina Provvidenza dell’Opera Don Guanella. Dopo aver passato una bella serata con i ragazzi ghanesi e nigeriani della mia età, ho pensato che avrei potuto incontrarli non solamente per un sabato al mese, ma con una frequenza maggiore. Da allora mi piace trascorrere il lunedì pomeriggio con loro, per condividere un po’ del mio tempo con questi nuovi amici. Non lo vivo come un obbligo, ma come una piacevole opportunità anche di crescita mia personale. Inoltre ho scoperto che alcuni di questi ragazzi condividono la stessa mia passione per la musica e così sto insegnando loro a suonare la tastiera. La musica è proprio un linguaggio universale! Quindi ogni settimana io e la mia amica andiamo al “Don Guanella”, e mentre insegno musica a chi lo desidera, lei propone delle altre attività agli altri che vengono. È proprio una bella esperienza!

Alessio

Siamo vicini a don Alessio con la preghiera e supplichiamo la benedizione divina su di lui per questa sua nuova missione!

Memoria liturgica di San Luigi Gonzaga

Tra i santi sotto la cui protezione don Guanella si premura di mettere l’Opera che andava fondando, c’è anche San Luigi Gonzaga, patrono dei giovani. Una devozione che don Guanella non viveva solo personalmente ma che si adoperava a diffondere soprattutto in quelle Case che andava aprendo per ragazzi bisognosi. Nella Casa di Como, la festa di San Luigi si celebrava con particolare solennità, anche perché era l’onomastico del Fondatore; don Guanella accettava volentieri questi festeggiamenti perché erano l’occasione per sollecitare i giovani ad imitare le virtù del Santo. Scriveva don Guanella: «Luigi morì ad anni ventuno e fu a tutti modello di innocenza ed esemplare di penitenza» (Nel mese dei fiori, I, 993) e «piacesse al Cielo che tutti imitassero S. Luigi Gonzaga per assicurarne l’innocenza. Un angelo in carne attira la benevolenza di tutti» (Regolamento FSMP, Frammento, IV, 321)

130 anni dalla morte di Alessandro Mazzucchi

Alessandro Mazzucchi, nato a Pianello del Lario il 26 aprile 1878, era il più fedele chierichetto di don Guanella: intelligente, vivace e sensibile, desiderava diventare sacerdote. Nel 1888 fu accolto nella Casa “Divina Provvidenza” di Como per gli studi. Vi rimase due anni, facendosi stimare e benvolere per l’allegria, l’amore per l’Eucaristia e per la carità verso i sofferenti. Il 21 giugno 1890, festa di san Luigi Gonzaga, si festeggiava l’onomastico di don Guanella. Alessandro era stato invitato alla sua tavola, ma anche quel giorno preferì tener compagnia ad un ricoverato. Dopo un po’ sentì il bisogno di prendere aria, salendo sull’altalena. Ma ebbe un improvviso capogiro, svenne e cadde sbattendo con violenza il capo; morì la sera stessa. È considerato il primo germoglio dei Servi della Carità; il fratello minore Leonardo, entrato nella Congregazione qualche anno più tardi, divenne il secondo successore di don Guanella.

In questo mese dedicato al Sacro Cuore leggiamo e meditiamo il celebre brano proposto da don Guanella nella sua opera Nel mese del fervore: «Il Signore continua a mostrarti i tesori della sua misericordia. Ti additò fin qui Betlemme e Nazaret, il Getsemani ed il Calvario di Gesù suo figliuolo unigenito. Di questi ti additò la croce aspersa di sangue, di Gesù ti mostrò le piaghe aperte. Finalmente non sapendo più che fare, di Gesù ti mostrò lo stesso cuore incarnato. Il cuore è la sede dell’amore. Il cuore è il centro della vita. La vita del cuore dell’uomo è la vita di tutto l’uomo. Gesù ti mette dinanzi palpitante il proprio cuore perché riguardando a quello tu ti commuova. Gesù ti apre il suo costato perché entrando nel cuor suo viva della vita sua e impari a salvare te e altrui. Con la carità si salvano le anime. Ama tu il Salvator tuo e salutalo affettuosamente con dirgli: “Dolce Cuore del mio Gesù, fa che io ti ami sempre più”».

E preghiamo: «O Gesù mio, traetemi tutto a voi. Traetemi con tutti gli affetti del cuor mio. […] Ma lo so che nol potrei senza l’aiuto vostro. Traetemi, o Gesù mio, traetemi tutto. Lo so ben io, il mio cuore è inquieto finché interamente non riposi accanto al Cuor vostro».

Il Libro Sinodale contiene tante prospettive pastorali delineate dal nostro Vescovo che però hanno bisogno di essere conosciute, studiate ed anche applicate con l’aggiunta da parte di ogni Comunità cristiana del proprio impegno creativo, perché nel proprio territorio la Chiesa risplenda della verità e dell’amore di Gesù.

Si dice che le nostre Comunità devono essere approdi aperti di incontro e relazione, dove potersi fermare, scoprire la bellezza della fede e prepararsi a salpare per andare incontro a tanti che sono lontani dalla esperienza cristiana.

È anche molto importante comprendere che la sinodalità proposta dal Papa non è un evento pure solenne da celebrarsi ma uno stile, un processo che offre la possibilità per tutti i battezzati di esprimere il loro parere, concorrendo alla formazione di un orientamento, di un cammino comune condiviso da tutto il popolo di Dio. Si tratta di creare uno stile diverso del nostro essere Chiesa: è una rivisitazione del Concilio Vaticano II che rende tutti i cristiani protagonisti della Chiesa e che richiede pazienza, perseveranza, fiducia. Si tratta in ultima analisi di un cammino di conversione fatto di preghiera, ascolto dello Spirito, discernimento e azione.

Il Sinodo è una grande provocazione a rinnovare il nostro rapporto di fede con Cristo e ad essere protagonisti di una Chiesa che cammina in modo unito nella storia umana.

CARISSIMI AMICI E FEDELI DEL SANTUARIO DEL SACRO CUORE

Don Guanella definisce il mese di giugno come il «mese del fervore» e perciò dedicato in modo particolare alla devozione del Cuore di Gesù. Egli lo considerava modello, ispiratore, sorgente e conforto per la sua missione di carità. Per questo la prima chiesa da lui costruita in Como la dedicò al Sacro Cuore. Voleva consegnare le sue religiose, i suoi religiosi, gli ospiti e il popolo tutto al Cuore di Gesù che è la fonte di ogni consolazione È il cuore a soffrire maggiormente quando sopraggiunge un dispiacere, una malattia, una separazione, la solitudine. C’è bisogno di un cuore che conforti, che ridoni serenità e sollievo a chi è privo di sostegno umano. Dal cuore di Gesù sono nate le due Congregazioni fondate da don Guanella, quella delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza e quella dei Servi della Carità. Queste due Congregazioni con i Cooperatori guanelliani continuano nel mondo la sua missione di Provvidenza e di carità. Il Santuario del Sacro Cuore è divenuto sia per le sue opere come per la città di Como e dintorni il focolare di fervore religioso a cui attingere da quel Cuore divino grazie e misericordia per il mondo.
L’augurio più bello che la comunità guanelliana che vive all’ombra del Santuario fa a tutti è quello di sperimentare in questo mese e nella vita la consolazione e il conforto dell’amore misericordioso di Gesù, il Cristo morto e risorto per l’umanità intera.

26 maggio: 157 anni dall’ordinazione sacerdotale di don Guanella

Luigi Guanella fu ordinato sacerdote il 26 maggio 1866 nella cappella di S. Michele nel Palazzo Vescovile di Como, da mons. Bernardino Frascolla, vescovo di Foggia in esilio politico nella città lariana. Di quel memorabile giorno egli stesso ricorderà, ormai anziano, nelle sue memorie autobiografiche: «Ricordo come fosse oggi la imponente maestà del vescovo Frascolla ordinante, le esortazioni di fuoco dirette a tutti noi e le eterne raccomandazioni che ne fece dopo averci impresso nella fronte il bacio della pace. Anche per questo beneficio insigne della sacra Ordinazione deve essere più profondo in noi l’affetto di filiale gratitudine». Nella limpida gioia di quella occasione, il giovane Luigi Guanella si impegnava ad essere «spada di fuoco nel ministero santo».

31 maggio: 157 anni dalla prima Messa di don Guanella

Giovedì 31 maggio 1866, solennità del Corpus Domini, il novello sacerdote don Luigi Guanella celebrò la sua prima Messa nella Collegiata della B. V. Assunta di Prosto, nella Val Bregaglia italiana. Dopo il giorno della sua ordinazione sacerdotale, quello della prima Messa fu un momento fondamentale per la vita del giovane Luigi Guanella: «la grandissima solennità della mia prima S.ta Messa, quella santissima e gloriosa giornata la più bella della vita mia, giorno cui riandando nella mente negli anni avvenire io dovrei dimenticare qualunque affanno per balzare di gioia e di gratitudine», confidava a don Francesco Adamini, che in quell’occasione tenne il discorso ufficiale.

Anche questo mese seguiamo la vita di Gesù Sacro Cuore proposta da don Guanella nella sua opera Nel mese del fervore: «Tieni l’occhio qui agli apostoli che mesti mesti si recano al colle di Sion. Gesù Cristo aveva loro detto che ormai se ne sarebbe andato al cielo e quelli non sanno darsi pace. Ma Gesù: “Che temete? – disse – Quando io sarò in alto manderò a voi lo Spirito Santo. Voi poi seguite gli esempai che v’ho dati fin qui. Io intanto ascendo al Padre mio e pregherò per voi e vi assicuro che là dove io vado a stare voi pure salirete con me”. In dir questo Gesù pervenne al vertice del colle di Sion. Di là benedisse per l’ultima volta ai discepoli suoi e poi legger leggero si elevò in alto. Una nube venne poi a coprire l’umanità santissima del Redentore, finché l’ammirabile vista si tolse agli occhi dei discepoli attoniti. […] Quanto è meglio che tu in ogni caso, o prospero o avverso, volga l’occhio al Signore per dirgli: “Di ogni bene e di ogni male a voi ne sia la gloria”. Facendo così tu dai prova di fidarti interamente di Dio tuo padre, e se tu confidi in lui non dubitare che non ti voglia premiare con l’eredità sua. L’eredità che il Signore ti dispone è la gloria del paradiso, chi ne può dubitare? Per questo Gesù Cristo è asceso in alto a disporti il luogo. Ma tanta mercede è possibile che te la accordi Iddio senza che tu vi cooperi con quelle fatiche che alle tue forze sono possibili?».

La terza parte del libro sinodale propone alcune scelte concrete utili alla nostra Chiesa diocesana per testimoniare la misericordia del Signore.

C’è da sottolineare che le indicazioni del testo cadrebbero nel vuoto senza una adesione profonda e convinta alla persona di Gesù. L’incontro con Gesù deve ricentrare continuamente la nostra vita su di Lui.

Inoltre bisogna tenere presente per capire il testo sinodale che le indicazioni proposte andranno affrontate e mediate nelle varie realtà della Diocesi.

Comunque le indicazioni possono essere riassunte in tre ambiti: la vita nuova nello Spirito; la proposta di alcune norme per una forma più sinodale della nostra Diocesi ed infine alcune scelte relative alla testimonianza ed alla missione.

Tutto questo è per vivere una forma sinodale di Chiesa a cominciare dalla realtà della famiglia e del ministero ordinato fino a giungere a toccare i diversi ambiti di vita, di servizio e di organizzazione delle nostre Comunità parrocchiali.

Teniamo conto che la testimonianza di ogni battezzato è necessaria per vivere la missionarietà come tratto distintivo della Chiesa.

Il mese di maggio è per tradizione dedicato alla Vergine Maria. Don Guanella nel 1884 scrisse un opuscolo dal titolo “Nel Mese dei Fiori” composto da brevi sermoni giornalieri per presentare la vita e le virtù della Vergine Maria, perché i fedeli potessero pregarla e imitarla. Nella prefazione scriveva: «Con il desiderio di porgere un ossequio alla Vergine e di giovare all’anima di qualche mio prossimo, mi sono provato anch’io per mettere in luce un corso di sacre lezioni per ogni giorno del mese mariano».

Nel 2020 Papa Francesco all’inizio del mese di maggio invitava i fedeli alla devozione di Maria con queste parole: «È ormai vicino il mese di maggio, nel quale il popolo di Dio esprime con particolare intensità il suo amore e la sua devozione alla Vergine Maria. È tradizione, in questo mese, pregare il Rosario a casa, in famiglia. Per- ciò ho pensato di proporre a tutti di riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa nel mese di maggio. Lo si può fare insieme, oppure personalmente; scegliete voi a seconda delle situazioni, valorizzando entrambe le possibilità. Ma in ogni caso c’è un segreto per farlo: la semplicità». Il Santo Padre aggiungeva: «Cari fratelli e sorelle, contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria, nostra Madre, ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare le varie prove della vita. Io pregherò per voi, specialmente per i più sofferenti, e voi, per favore, pregate per me. Vi ringrazio e di cuore vi benedico». Riportiamo una

delle due belle preghiere che il Papa in quell’occasione ci aveva consegnato, da recitare insieme al termine del Rosario:

Preghiera a Maria:
O Maria, Tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza. Noi ci affidiamo a Te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede.
Tu, Salvezza del popolo, sai di che cosa abbiamo bisogno e siamo certi che provvederai perché, come a Cana di Galilea, possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova. Aiutaci, Madre del Divino Amore, a conformarci al volere del Padre e a fare ciò che ci dirà Gesù, che ha preso su di sé le nostre sofferenze e si è caricato dei nostri dolori per condurci, attraverso la croce, alla gioia della risurrezione. Amen.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.